Un itinerario tematico in 25 chiese del Trentino, alcune solitamente chiuse al pubblico. Domenica 5 luglio la prima delle quattro visite guidate
È un'idea di “museo diffuso” quella che sta dietro alla proposta estiva del Museo Diocesano Tridentino, che offrendo una “mappa” dei tesori di arte sacra presenti sul territorio, invita a scoprire di persona il patrimonio, spesso sconosciuto, custodito nelle chiese del Trentino.
L'iniziativa, finanziata grazie al bando della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto per progetti culturali, si intitola “Ultime cene dipinte. Itinerari nelle chiese del Trentino” e propone appunto un itinerario guidato alla scoperta delle più belle opere raffiguranti l'ultima cena, uno dei soggetti iconografici più diffusi dell’arte sacra, che si distingue da altri episodi evangelici per il suo alto significato mistico e simbolico.
In Trentino ce ne sono circa 180; grazie all'inventario informatico dei beni artistici e storici dell'Arcidiocesi di Trento (124.000 schede digitali, realizzate tra il 2005 e il 2011) il Museo ne ha selezionate 25 sulla base di due criteri: la qualità dei dipinti e la collocazione geografica. Si è disegnato così un itinerario che tocca quasi tutte le vallate trentine (ne resta fuori soltanto il Primiero) e che offre una panoramica varia e completa delle iconografie realizzate tra il XIV e il XIX secolo da artisti di diversa formazione e provenienza, tra nomi più noti come Valdambrini o Baschenis e illustri sconosciuti.
Ad impreziosire la proposta entra in gioco la collaborazione con l'Associazione Anastasia (Amici nell’arte sacra tra architettura, simbologia, iconografia e agiografia). In quattro date (domenica 5 e 19 luglio, 2 e 16 agosto) saranno infatti i volontari dell’Associazione ad offrire una visita guidata gratuita, dalle 17 alle 18.
“Ci è stato richiesto un aiuto per tenere aperte le chiese e per accompagnare i visitatori aiutandoli a leggere le opere”, ha spieato don Lodovico Maule, presidente di Anastasia. “I nostri volontari si sono resi disponibili e si sono messi in gioco con entusiasmo. Attraverso dei corsi di formazione si sono preparati sul tema dell'ultima cena non solo da un punto di vista artistico ma anche storico, biblico e liturgico”.
Quello dell'ultima cena è “un tema iconografico in evoluzione”, ha spiegato in conferenza stampa Domizio Cattoi, conservatore del Museo Diocesano: “Se nel Medioevo gli artisti ponevano l'accento sull'annuncio del tradimento di Giuda, dopo il Concilio di Trento prevale la 'comunione degli apostoli': si dà più attenzione all'aspetto rituale dell'ultima cena e Cristo appare in veste di sacerdote”.
L'itinerario delle “Ultime cene dipinte” viene descritto in un pieghevole di agile consultazione (distribuito presso il Museo, le APT e le parrocchie interessate dal progetto, e scaricabile in formato pdf dal sito del Museo), che oltre ad una descrizione delle opere dà tutte le indicazioni utili per visitarle e suggerisce anche altre mete di interesse storico-artistico-religioso: chiese e musei di particolare importanza, con orari di apertura e modalità di accesso.
Il progetto, ideale prosecuzione della mostra “Alla stessa mensa, tra rito e quotidianità” conclusasi in aprile, prosegue il percorso di riflessione avviato dalla Santa Sede a margine di Expo Milano 2015, dove è presente con un proprio padiglione. Essa si rivolge a turisti e residenti: “Questa iniziativa rilancia con una proposta di qualità il turismo religioso legato all’arte – assicura Domizio Cattoi – ma rappresenta anche per i trentini un’occasione preziosa per conoscere le testimonianze culturali della propria chiesa e per scoprire luoghi poco conosciuti. Alcune delle chiese, infatti, sono solitamente chiuse al pubblico”.
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