Il Papa venuto dalla fine del mondo torna dalle sue parti. “Vedo tante bandiere boliviane, saluto i boliviani, la prossima settimana sarò con voi” ha affermato Papa Francesco, all'Angelus in piazza San Pietro domenica 28 giugno ad un gruppo di fedeli originari della Bolivia, che sarà il secondo Paese (dopo Equador e prima del Paraguay) dove si recherà nel viaggio (il nono del suo pontificato) in America Latina, continente “a me tanto caro”, a partire dal 5 al 13 luglio.
Per il mese di settembre è stato annunciato un altro Viaggio Apostolico a Cuba e negli Stati Uniti d'America con visita alla sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, in occasione della partecipazione all'VIII° Incontro mondiale delle Famiglie a Filadelfia, dal 19 al 28 settembre prossimi. Prima di chiedere di essere accompagnato con la preghiera in questa sua trasferta, Francesco ha ricordato l'Enciclica “Laudato si'”, incoraggiando la collaborazione tra persone e associazioni di diverse religioni “per la promozione di un'ecologia integrale”, augurando “buon lavoro ai giovani di vari Paesi che in questi giorni si confrontano sulla cura della casa comune”, rappresentati da Focsis e da altri organismi presenti in Vaticano.
Il documento sull'ecologia riflette molti degli orientamenti maturati da Jorge Mario Bergoglio” in Argentina, mediando filoni di riflessione della Teologia delle liberazione, ispirandosi ai racconti biblici sul Creato e facendo proprie le più avanzate teorie sulla drammatica situazione del pianeta terra, la casa comune. Quello delle Americhe sarà un nuovo fronte, fisico e umano, di confronto ed anche di scontro come hanno annunciato i repubblicani Usa per bocca del terzo Bush, pronto a candidarsi alla presidenza dopo il padre e il fratello, che ha accusato il Papa di impicciarsi in questioni come l'ambiente, che esulano dal suo ruolo religioso. Dell'America latina non si sono letti che apprezzamenti sia del mondo ecclesiale che laico. Il clima di attesa resta comunque per gli uni e per gli altri con una gran voglia, espressa da Obama, di confrontarsi con Francesco sui temi dell'Enciclica. Le anticipazioni riguardano la fitta scaletta di appuntamenti e di incontri, quarantotto ore e due tappe in ciascuna nazione, con 22 discorsi previsti in spagnolo, viaggio definito dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi “impegnativo”, con lo sguardo rivolto alle “periferie” con i loro poveri, malati, e le loro minoranze. La visita sarà a tre Paesi, non certo i più grandi, né i primi nella geopolitica internazionale. La loro storia è fatta anche di conflitti e dittature.
“E' bene che questa storia dei regimi autoritari, militari – ha detto Lombardi – sia presente un po' come sfondo e anche l'incoraggiamento che il Papa intende dare e che i popoli si aspettano è per un rinnovamento della loro vita sociale, politica in generale, nel senso della pace, dello sviluppo partecipativo e democratico”. Un viaggio comunque vasto e vario dal punto di geografico, ma anche culturale ed etnico, compreso tra le Ande, l'Oceano Atlantico e il Rio della Plata, con repentini cambiamenti di temperature e altitudini in soli 7 giorni.
Su questo aspetto circola già qualche divertente aneddoto. Il ministro boliviano della Cultura, Marko Machicao ha raccontato ad esempio che Papa Francesco avrebbe chiesto di poter disporre, nelle ore in cui resterà a La Paz ad oltre 4 mila metri di altezza, di qualche foglia di coca da masticare, come fa la popolazione locale, allo scopo di prevenire e combattere il mal di montagna (“soroche”) che produce emicrania, stanchezza, sonnolenza ed anche svenimenti. La gente della Bolivia mastica liberamente in casa, per strada, sui bus in treno l'impasto di foglie di coca (chiamato “mascado o acullicu”) per combattere gli effetti dell'aria rarefatta per via dell'altitudine. Nel maggio 1988 san Giovanni Paolo II in Bolivia accettò di bere una tazza di “thè alla coca”, e cioè un infuso preparato con le foglie della famosa pianta. Il nostro campione di ciclismo Gilberto Simoni ci aveva abituati alle caramelle balsamiche alla coca di zia… Va detto che tra la foglia di coca e la cocaina esiste un rapporto simile a quello tra l'uva e il vino. La foglia per diventare cocaina passa attraverso diversi stadi con l'aggiunta di sostanze chimiche. Si tratta di abitudini andine che si sono diffuse anche in Argentina nella provincia di Salta che confina con la Bolivia e ben note a Bergoglio sempre pronto alla battuta spiritosa, il che vuol dire gioiosa, in sintonia con il tema unitario del viaggio: “la gioia dell'annuncio del Vangelo” come sottolineano i loghi dei singoli Paesi: “Con Francisco anunciamos la alegria del evangelio”.
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