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Una grande festa di comunità. E’ quella vissuta da Marco di Rovereto e da Moena, che ieri si sono strette attorno ai loro due preti novelli, rispettivamente don Riccardo Pedrotti e don Mattia Vanzo. Festa che interessa non solo la Chiesa, ma diventa messaggio forte per tutti. Piergiorgio Franceschini (ascolta audio qui sotto)
Non solo la folla delle vigiliane. Ma anche un popolo di credenti che esalta la scelta di due giovani in netta controtendenza. E’ quello che si è visto ieri a Marco di Rovereto (dove un prete era atteso da 75 anni) e a Moena, in una valle di Fassa che di preti ne ha donati tanti alla chiesa trentina. Riccardo e Mattia, dieci anni di differenza 35 il primo e 25 il secondo, erano stati ordinati in cattedrale per mano dell’Arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan.In tempi di secolarizzazione diffusa e di pratica religiosa limitata ormai ad una minoranza, può quasi stupire l’entusiasmo attorno a due preti novelli. Oppure può suonare come una conferma. La conferma di una nostalgia: di scelte coraggiose, definitive, non provvisorie. Di profondo senso di responsabilità. E di fiducia in una promessa dalle radici bibliche. Come ben ha ricordato sabato all’ordinazione il vescovo Bressan, leggendo la loro scelta in controtendenza come un messaggio forte per «tutti i giovani del Trentino: non abbiate paura – ha detto con forza il pastore – di lasciarvi trascinare in un progetto, in un’avventura di vita, poiché Colui che ci chiama ci mostra un amore immenso, una forza insuperabile, vincendo la stessa morte, e ci ha detto: “Io sarò con voi tutti i giorni della vostra vita”».
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