Due libri sulla seconda guerra mondiale vissuta dal paese. Dal voto del '44 al bombardamento del 1° aprile '45. Gli autori hanno incontrato il pubblico in occasione dei festeggiamenti per l’80° del locale Gruppo Alpini
Il rombo cupo delle “fortezze volanti” alleate nel cielo sopra Terlago giunse di punto in bianco, risvegliando il terrore. Scoccarono le 18 quando il 1° aprile 1945, solennità di Pasqua, quattro P-47 Thunderbold dell’aviazione statunitense decollati dalla Corsica volarono a bassa quota picchiando bruscamente nella conca di Terlago. Raffiche di mitragliatrici con unico obiettivo il deposito di nafta tedesco nel parco del castello allora dimora signorile. Una pioggia di proiettili, 9 mila colpi esplosi nell’arco di ventisette interminabili minuti.
Nessuna vittima, nemmeno un ferito grave. L'episodio è raccontato in “Il fuoco di una Pasqua lontana”, appena sfornato, scritto a quattro mani da Verena Depaoli e Luigi Rodighiero. Il volume prende forma dalla curiosità di recente scaturita in Rodighiero per la storia legata al luogo in cui vive con la sua famiglia, via Valmorello – i muri di pietra delle abitazioni portarono a lungo i segni di quella tempesta di fuoco – portandolo a scavare negli archivi storici per “dare voce a chi non c’è più, ma è rimasto nei ricordi della gente”.
Gli autori hanno incontrato il pubblico nella cornice dei festeggiamenti per l’ottantesimo di fondazione del Gruppo Alpini di Terlago. Assieme a loro anche lo storico Guido Prati, maestro di Terlago, che ha narrato le proprie memorie di gioventù nel libro anch'esso fresco di stampa dal titolo “Gli anni che ho conosciuto”. Ventuno mesi di attesa per la pace e la libertà dal ’43 al ’46: vicende realmente accadute e la grazia di poterle raccontare.
Come il voto solenne del ’44 alla Madonna delle Grazie, con l'impegno di assolverlo sine die ogni quinquennio mediante una processione votiva “lunga” per le strade del paese. O quando quel soldato sollevò spesso portellone di un carro armato americano, arrestatosi a poche decine di metri dalla canonica. Accadde che da una delle tante tasche cucite sulla divisa estrasse un pugno di caramelle dolci da regalare ai bambini accorsi incuriositi.
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