I dati emergono dall’osservazione di un anno di attività dei servizi di Caritas e Fondazione Comunità Solidale
“Fino a qualche anno fa incontravamo persone che soffrivano di problemi legati all’emarginazione e di tipo sociale. In questi ultimi anni invece incontriamo persone che vivono prevalentemente difficoltà di natura economica e occupazionale. E cresce il numero degli italiani che si rivolgono a noi”. Le parole di un’operatrice del Centro di Ascolto di Trento fa sintesi efficacemente del Rapporto di un anno di attività dei servizi della Caritas di Trento e della Fondazione Comunità Solidale, che ne è il braccio operativo.
I dati raccolti, riferiti al 2014, presentati mercoledì 17 giugno nella sede del Centro d’ascolto (Cedas) a Trento dal direttore della Caritas diocesano, Roberto Calzà, dal direttore della Fondazione, Christian Gatti, presente l’arcivescovo Luigi Bressan, confermano la tendenza degli ultimi anni: si allarga delle tipologie di persone incontrate, tradizionalmente estranee al disagio economico e sociale. Segno che la crisi economica e la persistente disoccupazione fanno affiorare situazioni di fragilità che altrimenti resterebbero nascoste. Di nuovo, e allarmante, c’è il disagio legato al fenomeno del gioco d’azzardo, in crescita, e l’aumento degli italiani fra coloro che si rivolgono ai servizi Caritas in cerca non tanto, come un tempo, di un pacco viveri, ma di un sostegno nella gestione di bilanci familiari sempre più traballanti.
Il rapporto non ha la pretesa di offrire “la” fotografia della povertà in Trentino, ma apre comunque uno spiraglio interessante su quella parte di società che fa più fatica grazie al prezioso osservatorio costituito dai 13 Centri di ascolto presenti sul territorio, ai quali si affiancano i 21 punti di ascolto presso le parrocchie trentine. E’ qui che si sono rivolte, nel corso del 2014, 3.373 persone: in prevalenza stranieri (2.246, pari al 67% del totale), ma anche italiani (1.127, pari al 33%), il cui numero è in crescita (+12% rispetto al 2013). I numeri non si discostano da quelli del 2013. Le richieste complessive di intervento sono state 21.500, con un calo del 20% dovuto al cambiamento della risposta dei servizi Caritas, adattata in base al mutare delle esigenze.
I volontari presenti nei servizi della Caritas e della Fondazione segnalano situazioni di fragilità familiare dovute soprattutto all’aumento delle tensioni all’interno delle mura domestiche. Il disagio legato al fenomeno del gioco d’azzardo è in crescita. E anche nel 2014 si registra una diffusa difficoltà nella gestione del bilancio familiare, vuoi per le minori entrate economiche delle famiglie, vuoi per stili di vita al di sopra delle proprie possibilità.
L'aumento degli italiani che si rivolgono ai servizi Caritas sembra legato all'aumento della precarietà abitativa e di disagio sociale, economico e relazionale dovuto alla vulnerabilità legata alla precarietà lavorativa. Di essi, il 41% sono donne; il 19% ha più di 60 anni (ma a prevalere è la fascia di età 40-49 anni). Il 50% degli italiani sono persone conosciute per la prima volta nel 2014 dai servizi Caritas.
Quali richieste rivolgono? L’aiuto alimentare è sempre al primo posto, ma con un forte calo rispetto al 2013 (-43%), anche perché questo servizio è offerto da diverse altre realtà sul territorio). E’ aumentata invece l’offerta di altri servizi come l’ascolto e l’accompagnamento (+15%) e i sussidi e finanziamenti economici (+57%), che, rimarcano Federica Rubini e , che hanno curato il rapporto, consentono di andare oltre il soddisfacimento dei bisogni primari per offrire invece percorsi che consentano di uscire dal disagio. Vanno in questa direzione i progetto “Credito solidale” e “Fondo di solidarietà”, che hanno erogato nel 2014 poco più di 300 mila euro.
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