Il santo mendicante, patrono della città

Bolzano – Il beato Enrico (o Arrigo) da Bolzano è il patrono del capoluogo altoatesino. Nato verso il 1250 e deceduto nel 1315, quest’anno ricorrono i 700 anni dalla sua morte. Nel 1869 fu eretta una chiesetta in sua memoria, presso il maso Heinrich, luogo in cui tradizionalmente si presume sia nato Enrico. Proprio lì, lo scorso 10 giugno, il vescovo Ivo Muser ha celebrato una messa.

Quella di Enrico non fu una vita avventurosa. Nato da genitori poveri, sembra sia rimasto analfabeta per tutta la vita. Lavorava come operaio e come boscaiolo, era sposato ed ebbe un figlio di nome Lorenzo. A trent’anni lasciò Bolzano per trasferirsi a Treviso, dove trascorse gli ultimi anni della sua esistenza, ridotto in estrema povertà e chiedendo l’elemosina.

Un uomo così, ha detto provocatoriamente nell’omelia il vescovo, “non è certo adatto alla città di Bolzano”. “È vero: chi chiede l’elemosina è scomodo, rompe l’immagine della città; è fastidioso e talvolta anche invadente”, ha continuato mons. Muser: “Vogliamo essere una città e una società senza fastidi, adatta ai consumatori, pulita e ripulita, oppure una società umana che si lascia infastidire e importunare dal bisogno, dalla diversità dell’altro, dalle questioni e dalle circostanze scomode?”

Quando morì, il 10 giugno di sette secoli fa, Enrico da Bolzano era lontano dalla sua città di origine e solo. Eppure al suo funerale partecipò un gran numero di persone. “La gente aveva capito – ha sottolineato il vescovo – che era morto un uomo che ci costringe a guardarci allo specchio”.

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