Fallimento Europa

Da Tunisi le Caritas del continente e del Mediterraneo denunciano l’incapacità di un approccio comune al fenomeno migratorio

“Ciò a cui stiamo assistendo è l’immagine del fallimento di un’Europa che non riesce a trovare un approccio comune ad un fenomeno migratorio che ha le stesse dinamiche dell’emergenza Nord Africa nel 2011, perciò non è un fatto straordinario”. Da Tunisi, dove il 18 giugno si conclude “Migramed”, meeting che riunisce oltre 130 delegati delle Caritas europee e del Mediterraneo, si alzano forti voci a denunciare il fallimento di un’Europa “ripiegata su se stessa, che cerca di difendere strenuamente dei confini che pensavamo di aver superato con Schengen”, come osserva Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, prendendo spunto dalla situazione dei migranti – eritrei, etiopi, somali, sudanesi, maliani – bloccati a Ventimiglia al confine con la Francia. Qui la Caritas diocesana è accanto alla Croce rossa, alla Protezione civile e ad altre organizzazioni umanitarie per dare assistenza ai migranti accampati alla stazione. “Non riusciamo a capire i motivi dello scontro tra Francia e Italia, forse è legato a qualche altra ragione o al vertice dell’Unione europea sul piano immigrazione”, osserva il direttore della Caritas diocesana, Maurizio Marmo. Da Oltralpe è più diretto padre Lorenzo Prencipe, direttore del Servizio nazionale della pastorale dei migranti della Conferenza episcopale francese: “È un segnale di forza che il governo manda all’opinione pubblica e al bacino elettorale”. E da Tunisi il sociologo Maurizio Ambrosini parla di “teatro” che “serve solo per dare l‘idea che i governi usano il pugno duro per motivi politici strumentali".

“I migranti sono esseri umani, non possiamo distribuirli come pacchi. Non possiamo fermare con le leggi un milione di disperati che fuggono da guerre e povertà”, aveva detto monsignor Ilario Antoniazzi, arcivescovo di Tunisi, aprendo il Migramed meeting. Da Tunisi una bocciatura senz’appello per il piano ipotizzato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per convincere tutti i paesi europei a farsi carico dell’accoglienza dei migranti. L’ipotesi del rilascio di permessi temporanei per motivi umanitari, per permettere ai migranti di varcare regolarmente la frontiera italiana, è vista non come una soluzione, ma piuttosto come una provocazione. E a non convincere è anche la volontà di costringere i paesi che soccorrono i profughi nel Mediterraneo con le loro navi a farsi carico dell’accoglienza: finirebbe per rendere più rischioso il sistema dei soccorsi in mare, già indebolito nel passaggio dall’operazione “Mare nostrum” a “Triton”.

Auspicando “un incontro tra i ministri dell’Interno europei, con il superamento del patto di Dublino” (che , ndr), monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, da Benevento dove era per un convegno, ha ricordato che “gli immigrati sono attori di sviluppo e rappresentano una grande risorsa economica”, perciò è opportuno che “siano distribuiti su tutto il territorio nazionale e l’Europa s’impegni per un piano di accoglienza”. Per monsignor Perego “una politica fatta di respingimenti è estremamente negativa”: “il blocco e l‘abolizione dell’area Schengen sarebbero una penalizzazione soprattutto per chi ha diritto a una protezione internazionale, oltre che creare numerosi disagi nelle città di passaggio come attualmente sta avvenendo”.

Nella convinzione che occorre “proteggere le persone, non i confini”, le organizzazioni che hanno sottoscritto l’appello “Fermiamo la strage subito!” con dieci priorità “per uscire dall’emergenza e costruire l’Europa del futuro” promuovono sabato 20 giugno a Roma una giornata di mobilitazione internazionale. L’appuntamento è al Colosseo a partire dalle ore 15. Tra i firmatari dell’appello, che denuncia “l’assenza di visione politica da parte dei governi dell’Ue”, c’è anche il Forum trentino per la pace e i diritti umani. Per aderire: stopmassacres2015@gmail.com.

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