Innsbruck – Nell’ambito delle manifestazioni del 23 maggio scorso a Innsbruck, per il centenario dell’entrata in guerra del regno d’Italia contro la monarchia asburgica, sono intervenuti anche i vescovi, non nello spirito della “celebrazione degli eroi” ma, come ha spiegato il presule di Innsbruck Manfred Scheuer, facendo appello alla “memoria del dolore”.
L’incontro, denominato “Ponti per la pace”, ha visto la partecipazione del vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser, che ha ricordato le corresponsabilità di elementi della Chiesa cattolica nell’alimentare l’euforia bellica di un secolo fa. “Non dimentichiamolo mai: la guerra non comincia sui campi di battaglia, ma sempre nei pensieri, nei sentimenti e nelle parole degli uomini”, ha detto. “La pace deve essere voluta e cercata”.
Ugualmente chiare le parole di Manfred Scheuer. La Grande Guerra ha “scatenato un’ineffabile sofferenza umana e provocato la morte di milioni di persone”. Si tratta di un “disastro epocale” che sta a monte di quanto accadde successivamente. “La crescita e la presa di potere del fascismo in Italia non è immaginabile senza quella guerra; lo stesso dicasi della Rivoluzione d’Ottobre dei bolscevichi e della conseguente guerra civile russa, della marcia vittoriosa del nazionalsocialismo in Germania e perciò anche della Shoah”.
Il vescovo Scheuer ha indicato le cause della guerra nel nazionalismo, nell’odio e nel disprezzo verso gli altri popoli, nella mancanza di giustizia, negli attacchi alla dignità umana e nell’esaltazione della violenza.
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