L'esperienza di un gruppo di giovani religiosi e religiose della diocesi di Trento
«Mi aspetto – scrive papa Francesco nella Lettera apostolica per l’Anno della Vita Consacrata – che cresca la comunione tra i membri di diversi Istituti». E ancora: «La comunione e l’incontro fra differenti carismi e vocazioni è un cammino di speranza. Nessuno costruisce il futuro isolandosi, né solo con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto reciproco e ci preserva dalla malattia dell’autoreferenzialità». Incoraggiati da queste parole e motivati da un sincero desiderio di costruire fraternità, sostegno e collaborazione tra persone che vivono diversi carismi, un piccolo gruppo di consacrati operanti in Diocesi ha deciso di cominciare un percorso di amicizia e di preghiera, per conoscersi e crescere assieme nella fede e nella vocazione. L’appuntamento, a cadenza mensile da febbraio a maggio, era presso la badia di san Lorenzo per pregare il Vespro con tutti i consacrati (e non) che desideravano unirsi per un’unica intercessionea Dio, nella convinzione che il primo strumento e segno di unità è proprio la preghiera comunitaria. Seguiva l’incontro fraterno, nel quale condividere, attorno al pasto, anche la propria vita, la vocazione, le difficoltà e le speranze, seguendo l’indicazione di papa Francesco a guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza. L’annuncio della centralità di Dio nella vita dell’uomo, la profezia della fraternità, un’autentica testimonianza di comunione sono in fondo quello che si domanda alla Vita Consacrata oggi.
Questa iniziativa, nata tra la fascia più giovane delle comunità consacrate della diocesi, continuerà anche in autunno, a cominciare da lunedì 12 ottobre, proponendo mensilmente ai consacrati e all’intera cittadinanza un’occasione di preghiera, adorazione e approfondimento della Parola di Dio. Potrà essere, tra le tante iniziative, il segno di una comunione che cresce e produce non solo frutti di speranza per la vita di ogni consacrato, ma anche una maggior apertura e collaborazione nelle attività pastorali che ciascuna Famiglia Religiosa è chiamata, secondo il suo specifico carisma, a operare nella nostra diocesi.
Sr Chiara Curzel
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