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I trentini consumatori di alcol a maggior rischio sarebbero circa 100.000. Lo dicono i dati contenuti nella pubblicazione “CLUB…mon amour. Il sistema alcologico territoriale e l’approccio ecologico sociale in Trentino trenta anni dopo” che descrive come si è sviluppato in Trentino il sistema alcologico territoriale, frutto di una collaborazione stretta fra pubblico e privato. Oggi, alla presentazione, vi erano: Donata Borgonovo Re, assessora alla salute e solidarietà sociale; Paola Maccani, direttore dell’integrazione socio-sanitaria dell’Azienda sanitaria; Roberto Pancheri, direttore del Dipartimento dipendenze dell’Apss (ascolta audio qui sotto); Pirous Fateh Moghadam, del Dipartimento salute; Roberto Cuni, del Centro Studi dell’APCAT – l’Associazione provinciale club alcologici territoriali; Claudio Zorzi, coordinatore del Servizio di alcologia di Fiemme e Fassa.
Alla conferenza stampa anche la toccante testimonianza di una famiglia. Se il Trentino è purtroppo fra le prime regioni in Italia per consumo di alcol, nella nostra realtà vi è però un ottimo sistema alcologico: “Composto di 162 Club con una distribuzione territoriale capillare – commenta l’assessora Borgonovo Re – che rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Questa collaborazione si è vista anche nel lavoro, importante, di prevenzione dei problemi alcolcorrelati e della promozione della salute in generale; pensiamo ad esempio all’attività dei servizi di alcologia nelle scuole, alle settimane di sensibilizzazione, alle campagne di prevenzione, agli incontri di formazione. Va poi detto – conclude l’assessore – che i Club sono diventati un punto di riferimento sul territorio anche per altre problematiche: negli ultimi anni, infatti, si occupano di altre fragilità, come il gioco d’azzardo e il fumo”.
Cosa dicono i numeri? Secondo i dati del sistema di sorveglianza PASSI (2011-2014), a cura dell’Osservatorio per la salute della Provincia autonoma di Trento, la maggior parte dei trentini adulti (18-69 anni) non consuma alcol o lo fa in maniera moderata (rispettivamente 37% e 34%). Il restante 29% può essere considerato consumatore di alcol a maggior rischio, perché consuma alcol abitualmente in modo elevato (5%) o prevalentemente fuori pasto (19%) o perché è un bevitore “binge” (14%), oppure una combinazione delle tre modalità. I trentini consumatori di alcol a maggior rischio sarebbero circa 100.000.
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