Prendersi cura del bene comune. È l’obiettivo del progetto “Trento I care”, promosso dalle Politiche giovanili del Comune, con gli alunni delle scuole medie Bresadola di Trento
Come si fa, concretamente, a prendersi cura del bene comune? Bisognerà prima di tutto uscire sul territorio; guardarsi intorno; individuare gli elementi danneggiati; progettare un modo per riqualificarli e, in accordo con i soggetti competenti, metterlo in pratica.
L'hanno imparato, a scuola, gli studenti delle medie Bresadola, che con il progetto “Trento I care” hanno scoperto il piacere e la soddisfazione di sentirsi cittadini attivi. Sembra facile, ma quei semplici passaggi presuppongono un senso di rispetto e responsabilità verso il bene comune che non è affatto scontato. Educare a questi valori è lo scopo di “Trento I care”, promosso dalle Politiche giovanili del Comune di Trento nell’ambito del Tavolo di lavoro con le Bresadola e la Polizia municipale. “Il progetto si innesta su un percorso di riflessione relativo ai comportamenti sociali degli studenti, avviato tre anni fa dopo alcuni episodi spiacevoli che si erano verificati a scuola”, spiega il dirigente scolastico Michele Rosa. “Mettendo al centro la necessità di responsabilizzare maggiormente i ragazzi, abbiamo individuato due piste di lavoro: il parlamentino (vedi riquadro, ndr) e 'Trento I care'”.
Il progetto ha coinvolto una sessantina di studenti delle classi seconde e si è concluso mercoledì 27 maggio con la ritinteggiatura delle pareti esterne della scuola. Il lavoro in classe è cominciato in settembre con una prima fase di sensibilizzazione, curata dalle giovani in servizio civile del Comune di Trento sotto la guida di Rosanna Wegher, responsabile delle Politiche giovanili e referente del progetto (per le Bresadola la referente era la prof. Natalia Bergamo). Attraverso simulazioni e giochi di ruolo gli studenti hanno riflettuto sul significato di “beni comuni” e sull'impatto delle azioni individuali rispetto alla collettività.
Poi è stato il momento di andare sul campo: ogni classe ha realizzato la mappatura di una via nei dintorni della scuola, fotografando e schedando gli elementi più degradati e impegnandosi a prendersene cura: così, armati di carta vetrata, spugnetta e solvente, i ragazzi della seconda B lo scorso 6 maggio hanno tolto scritte e chewingum da due cestini di via Androna (all'incrocio con via Mazzini), in accordo con Dolomiti Energia che li aveva preventivamente svuotati. “In poco più di un'ora hanno ripulito tutto con un entusiasmo inaspettato”, racconta la loro docente, Carla Dietre, che siede al Tavolo con il Comune; “Certo si tratta di un lavoro simbolico, ma per i ragazzi è stata una grande soddisfazione, tanto che nei giorni successivi sono tornati spesso a controllare i due cestini”. Un'altra classe ha carteggiato una panchina sul fianco della palestra, in via Esterle, mentre l'ultimo gruppo ha rivestito un palo della luce all'uscita della scuola.
Gli studenti della II B, insieme alla docente di arte, hanno anche ideato il logo di “Trento I care”, che è stato applicato, come adesivo, agli elementi riqualificati. “I ragazzi ne hanno elaborati diversi, – spiega la prof. Dietre – quello che abbiamo scelto con loro rappresenta un personaggio che abbraccia l'aquila, a simboleggiare l'affetto per la città”. Il logo dovrebbe essere utilizzato anche nei prossimi anni, a segnalare queste piccole azioni di partecipazione civica: l'intenzione infatti è di istituzionalizzare il progetto, conferma il dirigente Rosa, sottolineando la proficua e fruttuosa collaborazione con il Comune attraverso il Tavolo.
L'ultima azione i ragazzi delle seconde B, D e F l'hanno realizzata insieme nella mattinata di mercoledì, ridipingendo le pareti esterne dell'edificio scolastico imbrattate da scritte e segni (lo spunto era venuto l'anno scorso proprio dal parlamentino degli studenti), con la supervisione di un operaio del Comune. Vi sentite orgogliosi?, chiediamo ai giovani imbianchini. “Un po'” risponde Samuele, “Anche tanto!”, esclama Rodrigo alle sue spalle, intento a passare il rullo con cura certosina; cosa penseranno i passanti vedendovi? “Che la città è di tutti, e ciascuno deve fare la propria parte per mantenerla bella”, dice. Gli fa eco Lorenzo Giulio, che precisa: “Anche se nessuno dovrebbe mettersi a pulirla, perché non bisognerebbe proprio sporcarla”!
“È stato un progetto significativo perché ha saputo creare una cerniera tra la scuola e la città, facendo sentire i ragazzi protagonisti”, sintetizza la docente Chiara Arnoldi, rappresentante al Tavolo; “Un'attività molto apprezzata anche dai ragazzi stessi – assicura la prof. Dietre -, al pari della gita e delle altre attività ricreative, che sono quelle che più di tutto, creando un buon clima di collaborazione e fiducia reciproca, aiutano a formare i cittadini di domani”.
Lascia una recensione