L'intero palazzo in località Centochiavi in comodato gratuito dall'Arcidiocesi alla Provincia: sarà “Casa della Solidarietà” per i profughi e le associazioni a servizio degli stranieri
La Chiesa trentina ha scelto di dare un contributo diretto e consistente per rispondere all'emergenza profughi. Ha deciso di mettere a disposizione della Provincia autonoma di Trento in comodato gratuito l'edificio di nove piani in località Centochiavi, un palazzo noto ai trentini per aver ospitato anche la Sovrintendenza scolastica. Diventerà una vera e propria “Casa della solidarietà”: oltre ad ospitare gli immigrati, darà spazio alle realtà e alle associazioni che operano a loro servizio in una proficua contiguità. “Questo progetto oggi tanto più importante è partito già un anno fa nel confronto con le realtà potenzialmente interessate – riconosce Donata Borgonovo Re, assessore provinciale alla salute e alla solidarietà sociale – ed abbiamo trovato una nitida unicità di intenti con l'Arcidiocesi che ha destinato lo stabile a questo scopo”.
LA FIRMA IN ARCIVESCOVADO
Lunedì 25 maggio in Arcivescovado è stata breve e sobria la cerimonia di “presa in consegna dell'immobile”, che segna però un progetto di lunga durata e di notevole importanza. Anche sul piano culturale.
Lo hanno sottolineato i firmatari del verbale: per la Provincia l'ing. Gianfranco Brigadoi, dirigente del Servizio Gestioni patrimoniali e Logistica, per l'Arcidiocesi lo stesso Arcivescovo Luigi Bressan che era accompagnato dal direttore dell'amministrazione diocesana Antonio Pacher, dal direttore della Caritas Roberto Calzà e della Fondazione Comunità Solidale Cristian Gatti.
“Si tratta di una decisione davvero diocesana perchè ha avuto il consenso sia del Consiglio per gli Affari Economici che del Collegio dei Consultori – sottolinea l'Arcivescovo – e intende rispondere alle gravi difficoltà di tante persone in fuga dai loro Paesi. Una scelta che peraltro rientra nella tradizione di carità della Chiesa trentina che nei secoli ha sempre offerto aiuto ai migranti in difficoltà”, aggiunge Bressan che rileva come “erano ben 53 gli ospizi attivi nel Medioevo sul nostro territorio”.
“UN PRECISO SEGNALE”
In questi mesi in cui l'amministrazione provinciale ha coinvolto – non senza difficoltà – molti Comuni per offrire ospitalità al crescente numero di profughi in arrivo dal Nordafrica e dall'Asia, la disponibilità di questo immobile a Trento Nord assume un significato particolare: “Nella firma di oggi – osserva Cristian Gatti, direttore della Fondazione Comunità Solidale – c'è il preciso segnale che la Chiesa non si limita alla sensibilizzazione ma si fa concretamente carico di questi fratelli, d'intesa con l'ente pubblico, come dimostrano anche i progetti di recupero e riconversione di altri immobili”. Il riferimento è all'ex Casa del Clero di via della Saluga, destinata da Comunità Solidale a iniziative di aiuto a persone in difficoltà, ma anche ad alcune ex canoniche, come Malgolo e Revò, messe a disposizione per progetti di riabilitazione sociale.
Vista l'emergenza profughi – che proprio in questi giorni si fa sentire fra l'altro anche al Brennero per la “chiusura” tedesca – la Provincia intende fare presto. “Con oggi l'immobile è nella nostra completa disponibilità e presto perfezioneremo e firmeremo il contratto definitivo”, anticipa l'ing. Brigadoi, che prevede tempi rapidi per gli uffici che ospiteranno le associazioni, un po' più lunghi per i piani con le stanze e gli alloggi per gli immigrati che necessitano di adeguamento.
L'INTEGRAZIONE NEL QUARTIERE
“L'idea fondante è quella di poter dare spazio in un unico grande contenitore ai diversi protagonisti del processo d'integrazione, anche dello stesso quartiere”, anticipa l'assessore Borgonovo Re che illustrerà nel dettaglio il progetto dalle forti ricadute sociali in una conferenza stampa fissata per giovedì prossimo.
Fra le realtà già interessate che troveranno spazio nella “Casa della solidarietà” ci sono il Cinformi, il centro informativo per l'immigrazione, l'ATAS (Associazione Trentina Assistenza Stranieri), il Centro Astalli per i rifugiati e il Centro Servizi per il Volontariato, ma anche la Caritas diocesana e la Fondazione Comunità Solidale si sono confrontate con la Provincia per fondare su basi concordate la nuova funzione del palazzo. “Noi restiamo disponibili a collaborare anche in questa fase operativa con l'assessorato – osserva Roberto Calzà, direttore della Caritas – per preparare e favorire anche il coinvolgimento del territorio attorno a questa nuova importante realtà”.
Va precisato che l'unica parte dello stabile non ceduta sarà la chiesa (con la sala sottostante) che viene utilizzata regolarmente per le necessità pastorali della parrocchia del popoloso quartiere di Trento Nord.
La storia
Su decisione del Consiglio diocesano per gli affari economici, l’edificio fu costruito nei primi anni Novanta su un terreno di 3807 metri quadrati di proprietà della diocesi a seguito di una donazione: accanto ad una palazzina con uffici da affittare (ha ospitato fra l’altro anche la Sovrintendenza scolastica) è stata realizzata una chiesa, centro multifunzionale per le esigenze pastorali del rione allora in promettente rapida espansione: “la Trento Nord degli uffici e delle case a schiera potrà avere un punto d’incontro, per darsi quell’anima che ancora non si vede”, scrivevamo allora su Vita Trentina. Ora la chiesa rimarrà alla diocesi, utilizzata regolarmente dalla parrocchia dei Solteri.
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