Aspettando l’enciclica #1 – I verbi di Francesco

“Il rispetto del creato è un’esigenza della nostra fede: il “giardino” in cui viviamo non ci è affidato perché lo sfruttiamo, ma perché lo coltiviamo e lo custodiamo con rispetto”: l'ha ricordato ancora una volta papa Francesco alla messa di Pentecoste. Un tema su cui si è soffermato spesso, a partire dal giorno d'inizio del pontificato, e che sarà oggetto di un'enciclica che lui stesso ha annunciato per l'inizio dell'estate. Mentre cresce l'attesa, vediamo di analizzare quanto Bergoglio ha detto finora.

“Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero (cfr 2,15). E mi sorgono le domande: Che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo “coltivare” mi richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. Benedetto XVI ha ricordato più volte che questo compito affidatoci da Dio Creatore richiede di cogliere il ritmo e la logica della creazione. Noi invece siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la “custodiamo”, non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione”.

Ma il “coltivare e custodire” per un cristiano non comprende solo il rapporto tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani.

“Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, i soldi comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. Noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”.

Ecco allora che “ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme” (Udienza generale 5 giugno 2013).

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