Adesso che non è più presidente dell’Uruguay (“il presidente più senza cravatta del mondo”) Josè Mujica nella sua modesta casa alla periferia di Montevideo si dedica alla coltivazione dei fiori e a insegnare ai ragazzi quest’arte raffinata. Cristina Guarnieri e Massimo Sgroi sono riusciti a farlo parlare a lungo e ne è uscito un libro, “La felicità al potere” (Eir, pp. 280, euro 16), che è un resoconto della sua vita e una raccolta di massime filosofiche. Lui che è stato per 14 anni nelle prigioni del regime militare della dittatura uruguayana non serba rancore verso i suoi aguzzini: la miglior vendetta è il perdono. La sobrietà è sempre stata un suo abito mentale ben radicato: “L’unico motivo che mi spingerebbe ad accumulare soldi sarebbe l’esistenza di un mercato dove poter comprare la vita. “Ehi, dammi cinque anni in più!”.
Le vere ricchezze per Mujica sono altre: “La vita è un paesaggio straordinario, ma bisogna vederlo. E per questo occorre avere tempo”. Alla soglia degli 80 anni sfoggia ancora tutta la sua semplicità e spontaneità. Forse per questo è ancora amatissimo non solo in Uruguay, ma in tutto il Sudamerica dalla gente più umile.
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