Nel libro di Franceschini e Sandri riflessioni sul territorio delle vallate del Brenta e del Cismon
Asserire che ogni popolo ha il territorio che si merita e che il territorio determina l’identità del popolo che lo abita sarebbe una esagerazione, ma che ogni popolo contribuisca in modo determinante a costruire il territorio che abita e che l’identità di un popolo è in buona parte influenzata dalla natura che lo circonda è incontestabile. Il paesaggio si presenta all’osservatore come un intreccio di elementi naturali e storici: ecco che diventa una straordinaria metafora per comprendere le modalità attraverso le quali un popolo, tramite il proprio lavoro, costruisce e si relaziona al proprio intorno.
Il recente volume “Nel paesaggio. Vedute identitarie dal bacino idrografico del fiume Brenta”, edito da BQE Editrice di Trento (pp. 103, € 29) con il contributo del Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento e del BIM del Brenta, si propone come un momento di confronto e di discussione nel tema dello sviluppo del paesaggio della Valsugana, del Tesino e del Primiero. L’itinerario fotografico proposto da Paolo Sandri e la riflessione teorica suggerita da Alessandro Franceschini ci offrono l’occasione per fermarci ad attentamente considerare il dialogo esistente tra paesaggio ed identità e cogliere come i due elementi siano in stretto rapporto dialettico l’uno con l’altro.
Da Levico al Rolle, dal Manghen a Martincelli, emerge e si evidenzia come, sia ieri che oggi, il pubblico e il privato abbiano agito e agiscano in modo talvolta consapevolmente proiettato nel futuro, talaltra grettamente circoscritto all’adesso, preoccupandosi delle generazioni future o compiendo scelte dettate da presunti vantaggi immediati, vivendo la natura come un patrimonio inesauribile da saccheggiare liberamente o come un delicato complesso di fattori in equilibrio instabile da tutelare ad ogni costo. Ne emerge una realtà costituita da una varietà dei paesaggi molto più ampia di quanto ci si potrebbe immaginare e che lascia spazio anche ad alcune contraddizioni. In particolare nei fondovalle, a volte caratterizzati da una forte pressione antropica, oppure nelle aree produttive, non sempre all’altezza dello scenario entro il quale sono inserite.
Paolo Sandri è un fotografo professionista specializzato in fotografia di architettura e di paesaggio. Le sue immagini sono apparse in numerose pubblicazioni e mostre personali e collettive. Si dedica anche all’insegnamento della tecnica fotografica. Alessandro Franceschini, laureato in Architettura e in Filosofia, dottore di ricerca in Urbanistica, dal 2007 è architetto libero professionista. Professore a contratto di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso i Corsi di Laurea in Ingegneria edile/architettura ed Ingegneria Ambientale dell’Università di Trento, è direttore della rivista di urbanistica “Sentieri Urbani”.
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