Dalpalù, presidente designato alla guida della cooperazione trentina, costretto a rinunciate, travolto dalla vicenda Btd
La corsa alla presidenza di via Segantini per Renato Dalpalù si è arrestata a poco meno di un mese dall'ormai certa incoronazione. Il crac Btd Servizi Primiero, la cooperativa edile di Imer di cui l’abile dottore commercialista è stato a capo del comitato di indirizzo e di controllo fino all'ottobre scorso, lo ha spinto a fare un passo indietro. “Ragioni di opportunità mi hanno portato a questa scelta, non obbligata, ma suggerita da un profondo senso di rispetto verso l'istituzione e chi la rappresenta”. Così Dalpalù, che tra gli altri incarichi riveste anche quello di presidente del Sait, ha motivato il suo ritiro lunedì 18 maggio al consiglio di amministrazione della Federazione Trentina della Cooperazione, che lo aveva indicato come candidato presidente e che ha accettato all'unanimità.
La crisi della cooperativa edilizia Btd è scoppiata all’inizio di aprile. Il 16 aprile da un teso incontro tra i rappresentanti della Cooperazione Trentina e delle organizzazioni sindacali sortiva la decisione di allargare a tutti i 52 dipendenti della Btd la cassa integrazione. All’inchiesta aperta dalla Guardia di Finanza si aggiunge l’ispezione della Vigilanza cooperativa. I debiti di Btd con fornitori e banche, indicati intorno ai 27 milioni di euro, potrebbero scendere a 3 milioni grazie alla copertura del patrimonio della Cooperazione: cantieri e immobili che possono essere venduti. Dalpalù non è indagato. “Sono sereno sulla mia posizione – ha detto ai microfoni di radio Trentino inBlu –, in Btd non ho mai avuto ruoli operativi, ma solo di controllo legati alla mia professione di commercialista. Quando mi sono dimesso nulla faceva presagire quello che poi è successo”. Secondo Dalpalù quello perseguito da Btd era un progetto valido. “Non bisogna dimenticare – ha detto nella conferenza stampa seguita all’annuncio del ritiro dalla corsa alla presidenza – che alcuni anni fa Btd ha salvato la cooperativa Lagorai Fiemme; e neppure che l’acquisizione dell’impresa Marsilli di Rovereto aveva come finalità quella di recuperare all’esterno della cooperativa delle risorse professionali importanti per il proprio sviluppo, oltre a un significativo portafoglio lavori”.
Preso atto della decisione di Renato Dalpalù, in questi giorni il presidente uscente della Federazione, Diego Schelfi, e gli altri quattro “saggi” nominati dal cda sono in corsa contro il tempo per trovare entro lunedì 25 maggio un candidato alternativo da proporre alle assemblee di settore e all’assemblea generale dei soci. “Vorremmo confermare la data del 12 giugno per l’assemblea”, spiega Schelfi. “Stiamo accelerando le tappe degli incontri per cercare di capire chi possa rispondere al meglio ai requisiti già indicati nei ventidue incontri territoriali di consultazione che avevano portato alla scelta di Dalpalù”. La base ha orientato la scelta verso una figura con esperienza di cooperazione e interna all’attuale consiglio di amministrazione, scartando politici o ex politici.
Al momento, l’unico candidato ufficialmente in corsa rimane il professor Geremia Gios, scelto dal gruppo degli autodefiniti “impegnati” come avversario a Dalpalù.
“Certamente quella di Gios è una novità – osserva Schelfi -, è una candidatura che non c'era il 23 febbraio scorso (quando il cda della Federazione designò Dalpalù, ndr). Ora ne terremo conto”.
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