La cronaca costringe a confrontarsi con la realtà drammatica dei migranti in fuga dalle guerre e dalla miseria
Sabato 16 e domenica 17 maggio si rinnova a Trento per la 16a volta l'appuntamento con la Festa dei popoli, promossa dal Centro missionario di Trento e dall'Arcidiocesi per far gustare la gioia della diversità che arricchisce tutta la comunità, senza distinzioni di razza, di lingua, di cultura, di religione. In questi stessi giorni la cronaca ci costringe a confrontarci con la realtà drammatica dei migranti in fuga dalle guerre e dalla miseria. Per questo gli organizzatori invitano a una riflessione sulla necessità di un ascolto reciproco.
“L’immigrazione – scrivono nel libretto che accompagna il programma della Festa – ha il grande merito di far incontrare storie e narrazioni che arricchiscono la comunità ospitante. Ma tutti sono disposti ad ascoltare gli immigrati che si raccontano? Preferiscono migranti muti e silenziosi? l migranti si muovono dai loro paesi per motivi ben precisi, anche per necessità di sopravvivenza, ma intanto hanno motivi per raccontarsi, dicendo chi sono, cosa provano, cosa hanno lasciato. Non hanno solo storie drammatiche da raccontare, ma anche cosa amano portare con sé della loro cultura e della loro fede religiosa, come pensano e vivono la famiglia e il rapporto con la società”. Poi un’avvertenza: “La volontà di omologare e di assimilare in nome dell’integrazione, disperde e rischia di cancellare un’immensa varietà di valori culturali e di credenze. Le culture non hanno il diritto di sopravvivere solo là dove sono nate e prosperarono da secoli o millenni, ma hanno il diritto di andare nel mondo, per arricchire, nel dialogo e nel confronto, le culture che incontrano”. E infine, una proposta: “Nei nostri territori si possono costruire spazi di aggregazione multiculturale, occasioni permanenti dove la narrazione della diversità e del confronto siano opportunità di conoscenza reciproca. Non solo la gente del posto, ma tutti i popoli sono chiamati a confrontarsi fra di loro. Allora si avranno luoghi di legittimazione delle persone, di riconoscibilità, di vivibilità sociale”.
Nelle scuole è facile che gli alunni si raccontino, ma è importante che anche gli adulti sappiano raccontarsi e ascoltarsi, “non in atteggiamento di difesa, ma con la voglia di apprendere gli uni dagli altri: per crescere insieme”.
Di tutto questo si parlerà sabato 16 nel corso della Festa in piazza Fiera, che si apre alle 15.30 con animazione per giovani e ragazzi. Alle 20.30 è in programma un concerto di gruppi etnici. Domenica 17 alle 9 si esibirà il Coro Martinella (presenta Italo Leveghi). Alle 10.30 la sfilata dei popoli accompagnata dalla Banda di Zambana, alle 12 il saluto dell’Arcivescovo Bressan e delle autorità, a seguire danze, canti e folklore da tutto il mondo. Una piacevole anteprima della Festa dei popoli venerdì 15 maggio alle 21 alla scuola “De Gaspari” con uno spettacolo teatrale.
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