Eletti: avanti tutta

Le elezioni per il rinnovo di 141 consigli comunali e la scelta di altrettanti sindaci, sono ormai alle spalle, salvo i casi di ballottaggio. Si tornerà a parlare di votazioni in occasione dei referendum per la trentina di comuni che intendono fondersi. Moltissime persone sono inoltre chiamate a esprimersi con il voto per rinnovare gli organi dirigenziali, di associazioni di categoria, cooperative, gruppi sportivi e del volontariato sociale, nel rispetto degli Statuti.

Verrebbe la tentazione di parlare di inflazione dello strumento partecipativo del voto che ha in parte condizionato, al ribasso, il risultato delle urne di domenica 10 maggio. A pesare sull'elettore più che la frequenza della chiamata alle urne, sono l'insofferenza e l'indifferenza che traggono origine da fattori politici e socio-economici. Ce ne sono alcuni per così dire di sistema come l'onda lunga nella realtà italiana, condizionata dalla crisi degli istituti parlamentari, transitati da una democrazia partecipativa verso una democrazia esecutiva, che decide.

Anche i Consigli comunali, come del resto Camera e Senato per i vertici dello Stato, espropriati dalla possibilità di eleggere al loro interno, sindaco e giunta, hanno perso il loro peso politico a vantaggio del primo cittadino che dispone delle risorse umane presenti in aula, se gradite, e pescando, a proprio piacimento, anche fuori. I sindaci, nei grossi comuni, sono proposti dai partiti o dalle coalizioni, senza un coinvolgimento dell'elettore che esprime il suo disappunto disertando le urne.

Troppi i candidati, seppure disponibili e generosi, nelle aggregazioni urbane come le circoscrizioni, sconosciuti, inseriti nelle liste all'ultimo momento per far numero, senza un congruo arco di tempo per farsi conoscere. Nei piccoli comuni il fenomeno non è dissimile. Nonostante l'esercito di candidati in lizza in molte municipalità si è assistito alla presentazione di una sola lista. E' una piccola frana nel principio di rappresentatività e di pluralismo, specie se provocata da piccole, ma profonde diatribe di paese o di frazione. Laddove si è presentata l'opportunità, in presenza di più opzioni, non è mancato il rinnovamento. Inatteso.

Una spiegazione la si può individuare a livello più generale, invece, nel crollo, nel giro di pochi anni, della funzione delle rappresentanze sociali di qualsiasi tipo, da quelle di parentado, di vicinato e di categoria, anche le maggiori, storiche, inclusi i sindacati, un tempo considerati elementi centrali dei processi partecipativi. I partiti hanno assunto la veste di comitati elettorali quasi impenetrabili. Sta venendo meno, dopo oltre un ventennio, pur fra grosse resistenze, il partito azienda. L'associazionismo, compreso quello cattolico, vive una fase di transizione, alla pari di tutti i movimenti chiamati ad un rinnovamento sostanziale di fronte al perdurare della crisi, ai nuovi modelli di vita e di organizzazione da adeguare o reinventare quale risposta alle varie emergenze locali e globali. Con Francesco la Chiesa ha imboccato un nuovo cammino in direzione delle periferie, a sostegno degli “scarti” in ogni parte del mondo. Sono “bisognosi” che il Papa, in questi giorni, individua anche tra le vittime delle calamità naturali che “non smettono di seminare distruzione, sofferenza e morte, facendo aumentare il numero degli sfollati e dei rifugiati”. In molti bussano alla nostra porta, proponendosi come uno dei nodi del “bene comune” agli amministratori, nuovi e vecchi, ma anche ai cittadini. Oggi per l'elettore e per l'eletto, quasi del tutto privi di riferimenti politici generali, si richiede uno sforzo in più per ricostituire legami amicali e territoriali che talora cozzano contro quelli politici e programmatici generali. La crisi occupazionale, e lo si temeva quale variabile significativa per un dissenso, ha condizionato eccome l'astensionismo, sovvertendo posizioni e atteggiamenti improntati alla solidarietà, a favore di modelli di vita esclusivi e difensivi.

Il non voto dimostra come anche il Trentino, sia dentro un processo che deve obbligare tutti, in primo luogo gli eletti, ad una profonda riflessione per un impegno, che non sarà possibile senza una decisa scelta, a favore del bene comune, mettendo al bando ogni forma di egoismo personale o di gruppo. Gli eletti dovranno confermare la credibilità fra quanto promesso in campagna elettorale, stando vicini alla gente, ascoltandone i problemi, facendosi voce delle istanze di giustizia di chi non ha voce e sostenerle.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina