Prosegue sabato a Trento, la raccolta firme promossa dagli hobbisti per tutelare i “mercatini delle pulci”: “La restrizione delle nostre uscite porterebbe inevitabilmente alla loro scomparsa”
Almeno dodicimila firme per tutelare i “mercatini delle pulci” che a detta degli hobbisti rischiano di scomparire. La questione, sollevata già un anno fa, torna alla ribalta, dopo l'interrogazione depositata in consiglio provinciale lo scorso 9 febbraio e in attesa di risposta. Ad essere contestato in particolare è l'art. 20 ter di una modifica presentata nel 2014 e ancora in commissione, che mira a disciplinare la legge provinciale sul commercio (n.17 del 2010). L'articolo incriminato prevede l'obbligo di un tesserino da vidimare che permette a ogni nucleo familiare di esporre nei mercatini non più di dieci volte nell'arco di due anni.
“Come si fa in tempi di crisi ad attuare una legge simile? Non ci si rende conto che per molti di noi è una piccola entrata ma necessaria, significa per sbarcare il lunario, mentre tante persone trovano oggetti a buon prezzo che altrimenti non potrebbero permettersi?”, spiegano Simona ed Ivan, collezionisti di “occhiali dal passato” di Stravino, durante il “Mercatino d'altri tempi” di sabato 2 maggio a Rovereto.
Nell'occasione gli hobbisti chiedevano ai passanti una firma affinché, si legge nel modulo prestampato, “il legislatore riconosca l'importanza di occasioni in cui esporre oggetti usati o di riciclo”, esonerando di conseguenza “i cittadini trentini dall'obbligo del tesserino restrittivo che porterebbe inevitabilmente alla scomparsa dei mercatini”.
A Ivan e Simona fanno eco le parole di Marta, della vicina bancarella di oggetti orientali gestita dal marito: “I mercatini si moltiplicano a dismisura, i sindaci chiedono la nostra presenza per animare quartieri, come la Portela a Trento, o luoghi turistici nelle valli. Dovendo usufruire solo di dieci uscite, è chiaro che punteremo sui mercatini più grossi di Rovereto e Trento”. Marta, che è una “creativa” nell'ambito della tessitura, ha manifestato un altro timore: “Una volta limitate le nostre uscite, non è che gli spazi vuoti saranno occupati dagli hobbisti veneti?”.
Gli espositori del mercatino parlano di “schizofrenia” tra i Comuni che chiedono sempre di più la loro presenza e la Provincia che invece mira a limitarne l'attività. L'idea del tesserino da vidimare sembra essere nata dal fatto che nei mercatini si insinuano persone che svolgono attività commerciale artigianale in contrasto con il regolamento. Gli hobbisti – che si dividono in due gruppi, i collezionisti e i creativi – possono invece solo esporre merce di seconda mano, oggetti da collezione, cose vecchie e manufatti opera dell'ingegno e della creatività. Devono essere privati, senza partita iva; è proibito vendere merce nuova e antiquariato.
“Non capisco quale sia il problema”, dice ancora Simona. “Non si possono fare dei controlli per verificare se le regole sono rispettate?”. Cogliamo anche la voce di Piero, da Trento, collezionista di libri ormai da più di trent'anni: “La commissione trentina si è rifatta ad una analoga legge, varata nel 2013 dalla regione dell'Emilia Romagna”, spiega. “Tale legge è stata molto criticata dai sindaci, dalle Pro Loco, dalle associazioni e persino dai commercianti, che l'hanno giudicata penalizzante per la rinascita dei piccoli centri, tant'è che nel febbraio 2014 la regione emiliana si è vista costretta ad introdurre una nuova disciplina per i mercatini del riuso”.
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