Presentato il nuovo piano giovani “CAREZ” che dal 2006 propone attività per i giovani di Cagnò, Revò, Romallo, Cloz e Brez
Sette progetti che spazieranno in vari campi, rivolti ai giovani dai 14 ai 29 anni, residenti nei paesi di Cagnò, Revò, Romallo, Cloz e Brez. Nato nel 2006, il nuovo piano “CAREZ” è stato presentato nei giorni scorsi: negli anni è stato una priorità di impegno per tutte le amministrazioni che si sono avvicendate nella preparazione di progetti sovra comunali.
In zona, inizialmente, il piano si era imposto per la lotta contro la piaga dell’alcolismo giovanile, ma molteplici sono le iniziative che vedono impegnati i giovani, anche in questa nuova edizione: si va dall'imparare la cucina di una volta con l'aiuto degli anziani del circolo pensionati del proprio paese al fare sport apprendendo l’etica che fonda lo sport stesso, passando per l’opportunità di conoscere cosa può fare il volontariato per chi è stato colpito da terribili sventure.
“Un importante contributo nella costruzione del bagaglio di esperienze a disposizione dei nostri giovani”, spiega il sindaco di Romallo, Silvano Dominici, referente per il piano giovani delle amministrazioni comunali della Terza Sponda, secondo il quale, restano ancora da migliorare l’interazione con i genitori, che raramente si è riusciti a coinvolgere in modo diretto nei progetti e soprattutto nei meccanismi delle politiche giovanili, e con il mondo della scuola. “Il Piano Giovani di Zona è una concretezza in divenire, che anno dopo anno raggiunge nuovi obiettivi”, aggiunge il referente tecnico-organizzativo Alessandro Rigatti. “Ogni progetto, ogni singola iniziativa, ogni idea sviluppata è un passo in avanti verso la costruzione di un’identità, di una presa di coscienza della diversità e delle opportunità che ci permettono di progredire. È una continua sfida di coinvolgimento e di partecipazione attiva per un territorio che sempre più, in un futuro quasi immediato, dovrà condividere molto sotto molteplici aspetti”.
Nel tempo, il piano giovani “CAREZ” si è allargato, valicando i confini del proprio territorio per aprirsi e creare nuove possibilità e opportunità, creando una rete di collaborazione con gli altri quattro piani presenti in Val di Non. “È un’apertura interessante e stimolante per creare un’idea di comunità ancora più grande”, conclude Alessandro Rigatti. “In fin dei conti siamo tutti parte di un unico territorio. Ed è proprio il territorio che ci rende comunità, di giovani e di adulti chiamati a fare del proprio territorio il proprio ambiente di vita, di sperimentazione, di ricerca e di crescita”.
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