Nepal devastato

Dopo il terremoto del 25 aprile, la mobilitazione internazionale. Mons. Bressan: “Caritas Italiana ha attivato diversi canali attraverso cui è possibile inviare offerte”

“C’era un Paese bello e gentile, dove convivono pacificamente tutte le religioni, illuminato dai sorrisi del suo popolo, povero ma dignitoso, e dallo splendore stupefacente dei suoi templi buddisti e induisti, dei suoi monumenti, delle sue montagne e della natura spettacolare. Ora in Nepal ci sono lacrime, cadaveri sotto le macerie o sulle pile di legna per la cremazione, distruzione ovunque, migliaia di feriti negli ospedali già allo stremo e centinaia di migliaia di persone senza tetto che hanno urgente necessità di assistenza umanitaria”. Da Kathmandu, l'inviata dell'agenzia Sir racconta ciò che resta del paese dopo il terremoto di magnitudo 7,9 della scala Richter che il 25 aprile ha devastato il Nepal. La stima del morti (secondo il governo nepalese) è di oltre 6.000, ma si teme che le vittime possano essere fino a 10.000 o più. Molti villaggi vicini alla zona dell’epicentro a distanza di cinque giorni non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi. La devastazione materiale è sintetizzata nell’immagine della torre Daharara, patrimonio dell'Unesco, crollata al suolo. Ma sono state completamente distrutte anche città storiche bellissime, come il piccolo centro di Baktapur, e Patan, la più antica tra le città reali nella valle di Kathmandu. A Pokhara, la cittadina da cui si partiva per le escursioni sull’Himalaya, si è in ansia per gli alpinisti dispersi.

Nel dramma della popolazione locale sono rimasti coinvolti anche i turisti, e tra loro i molti alpinisti impegnati nei trekking sul Tetto del mondo o nella scalata dei molti Ottomila. All'appello, dopo le ultime verifiche dell'Unità di crisi del ministero degli Estero, mancano ancora cinque italiani. Quattro le vittime provenienti dall'Italia, tra cui tre trentini (vedi pagina a fronte, ndr). Sono riusciti a dare loro notizie l’elicotterista trentino Piergiorgio Rosati, che si trova nella zona del Langtang per aiutare la popolazione, e i due giovani di Arco Giovanni Stolfo e Michele Dealini, che hanno deciso di fermarsi a Kathmandu per aiutare i terremotati.

La rete Caritas si è immediatamente attivata per gli aiuti, anche se in condizioni difficilissime. “Ho visto tantissima distruzione – ha detto all'agenzia Sir padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal -, edifici completamente collassati e corpi per strada. Molte persone sono ancora intrappolate sotto gli edifici. Abbiamo bisogno soprattutto di alloggi, i bambini dormono all’addiaccio”. Katmandu è già una tendopoli di senza tetto.

La preoccupazione maggiore è per gli abitanti delle valli più isolate. Testimoni hanno riferito di villaggi con più del 90% delle case completamente rase al suolo.

Caritas Nepal ha concentrato i primi sforzi nella fornitura di teli cerati per la realizzazione di ricoveri di emergenza e nella distribuzione di acqua e razioni alimentari. Tutto questo grazie anche alla mobilitazione dell’intera rete Caritas che ad oggi ha messo a disposizione 2,5 milioni di euro ed un team a supporto della Caritas locale. Papa Francesco, tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum, ha stabilito d’inviare un primo contributo di 100 mila dollari per il soccorso alle popolazioni. Papa Francesco ha chiesto la mobilitazione della comunità internazionale. La Cei è subito intervenuta con uno stanziamento di 3 milioni di euro dai fondi 8xmille, che arriveranno tramite monsignor Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in India e Nepal.

Caritas Italiana rinnova l’appello alla solidarietà per poter intensificare le azioni di aiuto alla popolazione. Con 25 euro si possono fornire alimenti essiccati per una famiglia per un mese, Con 10 euro si può assicurare acqua per una famiglia per una settimana; oppure una tenda per ospitare 3 famiglie; o 30 kg di riso, sufficienti per una famiglia per un mese.

“Caritas Nepal è abbastanza ben organizzata, è attiva, fortunatamente le sue strutture non sono cadute”, spiega mons. Bressan ai microfoni di radio Trentino inBlu. “Caritas Italiana ha attivato diversi canali attraverso cui è possibile inviare offerte. E ha destinato da subito un primo contributo di 100.000 euro a favore delle popolazioni del Nepal”. “La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato 3 milioni di euro per i primi interventi e nei prossimi giorni si stabilirà la data di una colletta nazionale”, aggiunge. Ma fin d’ora, rimarca Bressan, chi vuole contribuire può farlo attraverso le Caritas delle diocesi.

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