Giovedì scorso il confronto sui lavori di sistemazione e arredo urbano del centro delle frazioni di Chiarano, Varignano e Vigne
Riqualificare i centri storici e riportare la bellezza là dove il tempo rischia di cancellarla. Giovedì scorso nella sala della comunità di Vigne, nel Romarzollo, l'amministrazione comunale di Arco ha organizzato una serata d'incontro e confronto sulla questione dei lavori di sistemazione e arredo urbano del centro delle frazioni di Chiarano, Varignano e Vigne.
Sul tavolo la scelta delle priorità, la piazza dove cominciare i lavori. Nessun accordo, al momento: la serata di presentazione, durante la quale sono state proiettate le immagini di centri storici di tutta Italia, come esempio di riqualificazione, ha avuto natura informativa. Ancora da stabilire quale area del Romarzollo darà il via al cantiere.
Sarà compito dei comitati di partecipazione fare sintesi dei diversi punti di vista, sulla base dei quali l'amministrazione dovrà agire. “Negli anni Novanta si pensava di poter fare tutto insieme”, ha spiegato l'assessore all'urbanistica Stefano Miori, che tra le competenze ha i rapporti con i comitati di partecipazione e le frazioni. “Ma i tempi sono cambiati e ci viene imposto di scegliere delle priorità, anche perché si tratta di un progetto costoso, intorno ai 700 mila euro”. Le cifre raggiungono il milione di euro se si parla dei lavori di San Giorgio. Il progetto, datato 1998, era stato rimandato nel corso degli anni e poi sospeso a causa della crisi, anche se nel 2000 erano stati sistemati il lavatoio e la piazza di Varignano.
La serata non è la prima che il Comune indice per raccogliere i pareri degli abitanti circa le diverse possibilità date dai progettisti. Dai confronti sono scaturiti prima disegni e poi cantieri. Ad oggi sono già conclusi i lavori nella frazione di Caneve, mentre a San Martino il cantiere è ancora aperto. Insieme a Miori, c'era anche il sindaco Alessandro Betta.
L'amministrazione si è detta concorde nell'obiettivo di restituire alla comunità un “salotto” urbano. L'impresa non è semplice, anche solo nel momento preliminare di decidere le priorità e la scansione temporale del cantiere. Un cantiere unico, ha fatto notare Miori, potrebbe aumentare il disagio per la viabilità, ma accorciare i tempi, mentre scaglionare le azioni rischia di procrastinare la consegna dell'opera. La pavimentazione, sul modello di quello che è stato fatto a Varignano, potrebbe essere di porfido, con una striscia centrale liscia decorativa.
Un'altra questione è quella che riguarda le fontane, maestose costruzioni anche antiche, erette allora con funzioni di pubblica utilità. “Una volta servivano alla gente oggi invece sono un elemento di identità e storia”, ha spiegato Miori. “Bisogna ripensare la loro funzione, perché altrimenti rischiano di diventare anche un problema igienico”, basti pensare alle zanzare che d'estate proliferano nelle acque stagnanti.
Dalla serata non sono ancora emerse indicazioni di sorta: la trentina di persone presenti ha avuto modo di confrontarsi con l'amministrazione. L'assessore Miori, in ogni caso, ha garantito: “I lavori inizieranno nella primavera del 2016”.
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