Val di Non, nel cuore del paese l’oratorio inaugurato dall’Arcivescovo Bressan. Alla vigilia un confronto sul futuro degli oratori
“In questo momento è difficile realizzare opere nuove. Ci sono però più di novanta oratori associati in Trentino, sentitevi una grande famiglia che vuole costruire il bene, onesti e buoni cittadini, usufruitene e collaborate, sentitelo come vostro”. Con queste parole l’arcivescovo Luigi Bressan ha anticipato domenica scorsa il taglio del nastro del nuovo “Oratorio Casa Don Bosco” di Taio. Dunque, la nuova struttura che sorge nel centro del paese sarà aperta a tutti e le famiglie soprattutto sono invitate a partecipare alla vita della stessa.
Ma quale appeal, che richiamo può avere l’attività di un oratorio oggi soprattutto per i giovani? C’è ancora oggi l’esigenza di avere un luogo come questo, nel quale esprimersi in libertà e fare esperienze significative per la propria formazione? Sono le domande che hanno animato la tavola rotonda organizzata a Mollaro nell’ambito dei festeggiamenti per l’inaugurazione che ha visto gli interventi di don Marco Saiani, presidente nazionale dell’associazione Noi Oratori, del sociologo camaldolese padre Giovanni Dalpiaz e del salesiano don Bruno Ferrero.
Don Marco Saiani non vede difficoltà nel catalizzare l’interesse delle persone nei confronti delle attività degli oratori. Il problema dunque non sta nel ricreare una attrattiva ma, piuttosto, nella difficoltà di trovare persone disposte a spendere il loro tempo per gli altri: “Non abbiamo educatori a sufficienza, rispetto alle esigenze, persone che credono nella possibilità di costruire oratorio”. Dunque l’ostacolo maggiore rimane la disponibilità e la consapevolezza di volontari per mantenere una azione sistematica capace di rispondere ai tanti bisogni. “E’ importante la relazione personale” ha detto don Marco, parroco di Gardolo e presidente dell’associazione nazionale che ha sede a Verona, “sull’esempio di Giovanni Bosco che si interessava dei singoli”.
L’associazione nazionale Noi Oratori conta circa 400.000 tesserati in tutta Italia ed offre supporto giuridico ed amministrativo a tutti gli affiliati, dando dunque una veste istituzionale ed un aiuto concreto alle preoccupazioni della chiesa odierna.
Padre Giovanni Dalpiaz ha evidenziato come il problema religioso non sia più al centro della vita collettiva. Le persone desiderano rivendicare la loro libertà di credere in ciò che pare credibile, la religione diventa una scelta e non più un’imposizione, ma questo può rivelarsi anche una possibilità di un nuovo annuncio.
Don Bruno Ferrero invece ha ricordato la figura di san Giovanni Bosco, uomo che aveva in mente un sogno, occuparsi dei giovani e vederli felici; è quello che ha fatto ed ancora oggi i suoi insegnamenti rimangono validi.
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