Aumentano i casi di incontro con questi rari tetraonidi, animali notoriamente schivi e difficilmente visibili, che invece avvicinano senza timore all’uomo. Il commento dell’esperto Luca Rotelli
Pasqua segna la fine della stagione sciistica. Molti impianti hanno chiuso lunedì di Pasquetta, una parte arriverà al 12 aprile. Poi solo lo storico impianto Graffer della Marmolada funzionerà fino al primo maggio. La montagna torna alla consueta tranquillità, ma saranno ancora scialpinisti e “ciaspolatori” a frequentare boschi, cime e forcelle.
La presenza dell’uomo, è risaputo, crea disturbo agli animali, specialmente in inverno, stagione difficile per le specie alpine. Preoccupa poi l’aumento del numero di galli cedroni “impazziti” che scelgono luoghi antropizzati e si avvicinano senza timore all’uomo. L’ultimo caso è quello di Willy, un esemplare maschio di gallo cedrone catturato dai Forestali a metà marzo in prossimità delle piste del passo San Pellegrino e rilasciato in un luogo meno frequentato.
Era diventato oggetto di attrazione per gli sciatori stupiti di trovare a bordo pista un animale notoriamente schivo e difficilmente visibile. Ma da più parti del territorio Trentino sono arrivate segnalazioni analoghe, anche dal vicino Lagorai ci sono notizie di galli cedroni che si avvicinano all’uomo senza paura.
Luca Rotelli, uno dei massimi esperti italiani di questa specie afferma che il fenomeno, non nuovo, è in crescita. I turisti sono ovviamente attratti dalla vista dei volatili e spesso vivono come puro divertimento l’incontro senza comprendere la particolarità di poter osservare da vicino un animale così raro e affascinante. Non si è compreso appieno la causa o le cause che portano alla modifica del comportamento sopratutto negli esemplari maschi.
Secondo Luca Rotelli è possibile che nelle popolazioni di gallo cedrone, già in difficoltà per la forte antropizzazione della montagna, ci sia qualche problema nel riconoscimento (imprinting) tra covate e la figura del gallo cedrone maschio. Questa confusione “adolescenziale” porterebbe, specialmente gli esemplari maschi, a non temere l’uomo. Diversi autori sottolineano come la comparsa di comportamenti deviati sono da mettere in relazione a uno stato di regressione della popolazione dovuto alla riduzione numerica degli esemplari e all’intrusione massiccia dell’uomo.
“Consiglio di non avvicinarsi all’uccello e proseguire il proprio cammino senza fermarsi e senza provocarlo”, spiega Luca Rotelli. “Ovviamente raccomando di evitare assolutamente di alimentarlo e tenere il proprio cane al guinzaglio”. Il primo caso studiato è stato quello del cedrone “Ferrari” avvistato nell’inverno del 2013 nell’area sciistica del passo Rolle dove venne spesso a contatto con gli sciatori. Dopo il mese di aprile sparì dalla circolazione per poi comparire in agosto in alta val Venegia seguendo con aria aggressiva un gruppo di escursionisti.
Nell’inverno successivo fu immortalato mentre guardava il traffico appollaiato su un cartello stradale, sempre in prossimità del passo Rolle. Nella primavera 2014 è rimasto ferito all’attaccatura di un’ala urtando le lamine degli sci di un escursionista che tentava di contrastare il pennuto. “Purtroppo il maschio ‘Ferrari’ è diventato l’attrazione principale dei frequentatori dell’area di passo Rolle come puro fenomeno di divertimento”, conclude Rotelli. “La presenza di un individuo con queste caratteristiche, invece, andrebbe valorizzata per promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione nei riguardi della fauna selvatica”.
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