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Addio agli incarichi a vita, maggior orientamento al risultato e al merito, mobilità interna sia in entrata che in uscita verso il privato, riconoscimento anche economico della figura “professional”, formazione obbligatoria, valutazione come elemento fondante nell’attribuzione dell’incarico, più spazio per i giovani con la possibilità di accedere al concorso da dirigente prescindendo, almeno in parte, dal requisito della mera anzianità di servizio.
Sono solo alcuni dei capisaldi della riforma della pubblica amministrazione approvata ieri dal Consiglio provinciale di Trento con 19 sì, 9 astensioni e un no (Filippo Degasperi M5s) . Obiettivi strategico evidenziati dal presidente Rossi è una pubblica amministrazione “veloce, efficace e capace di cogliere le sfide dell’innovazione e della competitività”.
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