Alberto Maggi, religioso dell’ordine dei Servi di Maria, è biblista e direttore del Centro per gli Studi Biblici a Montefano (Macerata), oltre che saggista, conferenziere e attivo sul web

Dio, “nessuno lo ha mai visto”, ma si conosce solo attraverso la figura di Gesù Cristo non viceversa. E Gesù demolisce l’idea di un Dio potente e sovrano: solo amore che si mette a servizio degli uomini (cfr. la lavanda dei piedi). La grandezza dell’uomo, ci dicono i Vangeli, non è mai il comando, ma il servizio, unico distintivo del credente (se non c’è servizio si cerca altro, apparenza, paramenti…).

Se Dio non è venuto “per essere servito, ma per servire”, nessun altro uomo può comandare sugli altri. Nei vangeli si ribadisce sempre che il potere non viene da Dio, ma dal diavolo. Quanti detengono il potere, quanti aspirano al potere o, peggio, quanti si sottomettono al potere non sono discepoli di Gesù.

Ai tre valori cui è consentito dare la vita (Dio, patria e famiglia) Gesù propone un’alternativa: alla famiglia la comunità dei fratelli, alla patria il Regno di Dio, al Dio dell’Antico Testamento il Padre.

Nei Vangeli è netta la distinzione fra potere e autorità. Dal Dio in cui si crede dipenderà la nostra vita.

Il potere tende a mantenere la disuguaglianza tra chi sta sopra e chi sotto. Ti domino perché hai paura (e rendo l’uomo vigliacco), per ambizione (si rende l’uomo spregevole) o per credulità (e l’uomo diventa schiavo).

Mai nei Vangeli c’è la richiesta di obbedienza, che mantiene l’uomo infantile, perché chi obbedisce agisce senza chiedersi le conseguenze delle sue azioni (nei totalitarismi la scusa è sempre stata quella di aver obbedito ad ordini superiori …).

Nella comunità cristiana esiste piuttosto l’autorità, un servizio basato sulla competenza il cui compito è quello di portare alla maturazione degli individui. L’autorità si propone, non si impone. In caso contrario ecco il rischio che essa si trasformi in una qualche forma di potere.