Un’economia rampante che cresce al ritmo annuo dell’8% (e una media del 10% nell’ultimo decennio). E per la prima volta nella storia dell’Etiopia sono state emessi dei titoli di stato per il valore di 1 miliardo di dollari esauriti nel giro di pochissimo tempo. Sembra lontano anni luce quel 1984, anno della grande carestia, quando il mondo si mobilitò per soccorrere quei bambini dal ventre gonfio in preda alla fame. Ma sebbene supportato da una crescita economica impensabile, l’Etiopia di Mulatu Teshome, continua ad essere un paese povero e dove crescono a dismisura le diseguaglianze sociali. Grandi progetti in infrastrutture come la diga sul Nilo denominata pomposamente “Grande Diga del Rinascimento Etiopico” ma a quanto sembra a beneficio di pochi e con processi di privatizzazione selvaggi e un dirigismo pubblico che è rimasto quello del dittatore Menghistu, inefficiente e fonte di corruzione endemica. La vera scommessa dell’Etiopia di oggi è quella di estendere i diritti ed eliminare le sacche di povertà più vistose nei centri urbani e nelle periferie rurali, ancora dimenticate e abbandonate, solo così la crescita economica diventa sviluppo per tutti.
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