Sui sentieri della letteratura, dal ‘500 a oggi

Un viaggio sui sentieri della letteratura: così è possibile definire il recentissimo volume critico di Enrico Grandesso Nello specchio delle parole. Un percorso dell’immaginario letterario dal Cinquecento ad oggi (Marsilo, pagg. 208, euro 20) che verrà presentato martedì 17 marzo alle ore 17 presso l'Associazione culturale “Antonio Rosmini” di Trento, in via Dordi, 8, con gli interventi della Presidente Lia de Finis, di Giuseppe Colangelo e dell'autore.

Quello del critico e studioso veneziano – ma attivo in Trentino da ormai venticinque anni – è un viaggio letterario che, attraverso i secoli, abbraccia un'ampia serie di autori e problematiche culturali, dal Dottor Faust di Marlowe, autore contemporaneo di William Shakespeare, al tema del tempo nella poesia moderna, dal teatro di Carlo Gozzi al Candido di Voltaire (ripreso da Leonardo Sciascia nel Novecento) fino ai poeti e agli scrittori contemporanei.

Il libro inizia con tre saggi su Clemente Rebora, il poeta milanese divenuto in età adulta sacerdote rosminiano, che visse a Rovereto del 1945 al 1952. Grandesso è stato, con Gualtiero De Santi, il principale organizzatore del convegno internazionale di studi del 1991 a Rovereto su Rebora: un evento culturale fondamentale, assieme agli interventi critici di Giovanni Raboni,Patrizia Valduga e Carlo Bo, per la riscoperta critica di uno dei maggiori poeti del Novecento europeo. Una voce per tropo tempo isolata, perché troppo in anticipo sui tempi; eppure, ricorda Grandesso nel suo libro, la prima poesia di Rebora è sempre attuale, perchè denuncia “l'isolamento dell'individuo nella realtà cittadina le cui dinamiche nullificanti si rivelano cardine di contraddizione nella sua ricerca di felicità, in quell'espansione vitale che il ventesimo sembrava promettere”. Rebora fu anche testimone dell'orrore della prima guerra mondiale; e, dopo la conversione al cristianesimo, divenne una delle voci più alte – con Ungaretti, Luzi e Turoldo – della poesia religiosa italiana del Novecento.

Il libro contiene anche una serie di ritratti letterari – da Camillo Sbarbaro, maestro in poesia di Eugenio Montale – al giovane Bruno Barilli (in seguito affermato critico musicale) che fu negli ani dieci inviato speciale sul fronte serbo della “grande guerra”; fino a Bino Rebellato, anima della poesia e della cultura veneta ed editore di molti poeti trentini – da Pola a Nedda Falzolgher, da Francescotti a Demattè. Proprio nel saggio su Rebellato si incontra un interessante raffronto sul tema della serenità e dell'autenticità della vita tra questo poeta e Marco Pola: entrambi sono intenti a cantare quei rari momenti in cui, sospendendo le ansie del tempo, l'uomo può ritrovarsi a dialogare con la natura.

Il libro contiene anche due saggi di didattica della letteratura, tratti da esperienze di corsi d'aggiornamento per docenti delle scuole superiori, che sottolineano l'importanza di un insegnamento vivo e appassionato della poesia.

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