Mancano i rincalzi per la carenza di vocazioni. Se ne va anche la comunità di via Bezzecca
Con il 30 di aprile prossimo, la libreria delle Figlie di San Paolo in via Perini a Trento chiuderà definitivamente i battenti. Viene a cessare in tal modo un'attività che aveva fatto i primi passi in via Belenzani a Trento il 16 dicembre del 1942, dapprima come piccola comunità della Famiglia Paolina, dando vita un paio di anni dopo alla libreria, emanazione della Società San Paolo fondata dal beato Giacomo Alberione nel 1914.
Poco più di trent'anni fa la libreria era stata trasferita in via Perini in locali più spaziosi affittati dal Seminario, mentre la comunità religiosa, formata al tempo da una decina di componenti, si era insediata in un edificio in via Bezzecca, dotato anche di cappella per la messa, l'adorazione e i momenti di preghiera comunitari.
In occasione dunque del centenario di vita delle Paoline, cessa la pluridecennale esperienza trentina che ha contraddistinto il comparto editoriale, ma anche spirituale e culturale della comunità cristiana. L'unico dipendente Alvaro Tomasini sarà integrato negli organici della Libreria Ancora agli Artigianelli con la quale sono in corso trattative per la successione. Sopravvive, ma non si sa fino a quando, il centro paolino di Bolzano formato da tre religiose, pure dotato di una propria libreria, punto di riferimento soprattutto del gruppo linguistico italiano.
Sul piede di partenza sono la superiora suor Maria Pia Quinzan, presente a Trento da qualche mese, suor Giampaola Giordani, suor Virginia Fantini e suor Ester Manca, la più anziana in termini di presenza in città dove opera da un ventennio. Ma l'attività delle Paoline è conosciuta anche nelle valli dove il settimanale “Famiglia Cristiana” è particolarmente diffuso e dove in più occasioni sono stati allestiti degli stand per mostre librarie del Gruppo editoriale. Stanno conseguentemente esaurendosi anche gli incontri di fine settimana con le consorelle di Bolzano suor Agnese Prighel, suor Vittoria Lenzi e suor Teresa Mele.
Da circa 20 anni don Marcello Farina celebra la messa alle 7 del mattino nella piccola cappella di via Bezzecca frequentata anche da persone del quartiere dal lunedì al venerdì. Nel fine settimana le religiose presenziano alle funzioni della parrocchia di appartenenza dedicandosi alla catechesi.
E' al termine della messa davanti ad una tazzina di caffè, che con la superiora, pur influenzata come le altre consorelle, e lo stesso don Farina, affrontiamo la sofferta decisione di chiudere.
“E' un momento bruttino, doloroso, ma non dobbiamo fermarci”, dice suor Maria Pia. “Quello che è stato fatto è il Signore che lo giudica. Io porto nel cuore una grande speranza che riguarda un cammino da proseguire”. “La vostra presenza è una cosa seria”. aggiunge don Marcello. “Chiudere una libreria non è come chiudere un negozio di calze, ma una parte importante della profezia cristiana, della Parola”. “Viene a mancare un simbolo per tutta la comunità”. Annuisce anche la superiora che cerca di trovare conforto nella parole del Superiore generale don Silvio Sassi: “Per il Fondatore ogni tappa percorsa invita a gettare uno sguardo sul cammino percorso, ma solo per continuare con passo deciso nella strada che sta dinanzi. La fedeltà creativa dei Paolini nella celebrazione dei cento anni di esistenza del carisma può essere sintetizzata con: 'Non viviamo di ricordi, ma di progetti' e, con un'esortazione del Fondatore: 'buon cammino'”. Al telefono suor Ester da Roma per gli esercizi spirituali si lascia prendere dalla commozione. Vent'anni di vita nella stessa libreria non sono pochi perché si è trattato sì anche di vendere, ma soprattutto di creare nuove relazioni, di consolidarle nel nome del Signore e in coerenza con il messaggio paolino. Buon cammino, sorelle Paoline.
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