Lezione di sci

L’ultimo incidente sulle nevi del Trentino ripropone la questione della sicurezza e dei controlli sulle piste da sci. Gli esperti: educare al rispetto delle regole

Era arrivato con un gruppo di amici di uno sci club tedesco per trascorrere una vacanza in spensieratezza, praticando uno degli sport che amava di più. Non è riuscito ad evitare lo scontro con uno snowboarder 17enne lituano, fermo sulla pista in seguito ad una caduta. L’impatto è stato violentissimo e non gli ha lasciato scampo. Per Florian Andreas Reisberger la discesa si è spezzata, domenica 8 marzo, sulla pista Nube d’Oro, nell’area sciistica dello Spinale, a Madonna di Campiglio. Il giovane bavarese ha riportato una grave lesione alla testa morendo sul colpo. Non era ancora ventenne. Entrambi gli sciatori indossavano il casco, ma per la vittima non è servito a nulla. Con ogni probabilità, secondo le testimonianze di chi ha assistito all’incidente, è stata l’eccessiva velocità la causa della tragedia. La quarta avvenuta sulle nevi quest’anno in Trentino.

L’incidente ripropone la questione della sicurezza e dei controlli sulle piste da sci affidati alle forze dell’ordine, responsabili pure di portare il primo soccorso agli infortunati. Sono circa un’ottantina gli “angeli blu” della polizia impegnati nei 25 comprensori sciistici del Trentino, tutti specializzati presso il Centro di addestramento alpino della polizia di Moena. A loro si aggiungono i Carabinieri, gli agenti della Guardia di finanza e della Guardia forestale della Provincia e la Polizia municipale. “Casco, divieti e sanzioni non bastano”, interviene Pierangelo Vescovi, responsabile del servizio sicurezza piste della polizia municipale di Trento sul Monte Bondone. “Troppo spesso non si fa attenzione alle proprie capacità – aggiunge ai microfoni di Trentino inBlu – alle condizioni della pista, a quelle atmosferiche, alle distanze di sicurezza, alla quantità di persone presenti in pista. In sostanza, a tutte quelle norme scritte nel regolamento della legge del 1987, aggiornata al 2004”. Sono norme di condotta tali da consentire la gestione del rischio e, se rispettate,di evitare gravi conseguenze in caso di caduta. “Su ogni area sciistica – prosegue – ci sono fino a tre equipaggi, ma se li rapportiamo al numero di presenze non sempre sono sufficienti per i controlli. Non si può nemmeno pensare ad una zona sciistica presidiata alla stregua di un territorio urbano”. Per Vescovi bisogna insistere sul versante dell’informazione. “Bisogna far capire che è fondamentale assumersi le proprie responsabilità e riconoscere i propri limiti, prima di affrontare una discesa. Occorrono buon senso e un’onesta valutazione del proprio livello tecnico”.

Sulle nevi di Pinzolo, poco lontano dal luogo della tragedia, troviamo Maddalena Collini, maestra di sci della Scuola Italiana Sci Pinzolo e Consigliere dell’Associazione Maestri di sci del Trentino.

“Purtroppo gli incidenti succedono, sulle piste e fuori pista – esordisce -, ma lo sci non è uno sport più rischioso di altri”. Però è praticato da persone di tutte le età e di tutti i livelli, su piste che nei fine settimana sono spesso affollate. “Una volta acquistato lo skipass – prosegue – non ci sono limiti di velocità, non ci sono divieti legati alle capacità dello sciatore né esiste la necessità di sapere le regole di condotta”. Regole che, sembra di capire, non sono conosciute dalla maggior parte degli utenti. “Noi maestri di sci insegniamo la tecnica, ma il nostro compito non si ferma qui”, sottolinea “Una lezione di sci deve essere anche il modo per far conoscere il corretto comportamento da tenere in pista, ma ci succede a volte di discutere con altri sciatori, spesso stranieri, che non vogliono saperne di prudenza e di attenzione verso gli altri”. Se è la prima volta che si affronta una pista difficile o un percorso sconosciuto, Maddalena Collini non esita a suggerire di farsi accompagnare da un maestro di sci o da una guida alpina: “Perché in montagna la prudenza non è mai troppa, anche quando ci si sente troppo sicuri di se stessi”.

Sul tema della sicurezza interviene ai microfoni di radio Trentino inBlu anche Mario Panizza, presidente del Collegio dei maestri di sci del Trentino e istruttore nazionale. “La questione sta nell'educazione al rispetto delle regole – spiega –, un obbligo che volutamente abbiamo inserito nel nostro regolamento. Purtroppo è frequente che gli sciatori stranieri vengano accompagnati da pseudo maestri a digiuno degli aspetti legati alla formazione sulla sicurezza”. In merito al fatto che i maestri di sci abbiano perso il patentino di pubblici ufficiali, Mario Panizza lamenta le conseguenze sui controlli. “Non spetta più al maestro di sci il compito di intervenire in caso di comportamenti indisciplinati. La nostra era un'azione che garantiva un maggiore controllo in appoggio alle forze dell’ordine, già troppo impegnate nel prestare i soccorsi agli infortunati”.

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