In 54 amministrazioni non si voterà il 10 maggio; in giugno si andrà a referendum per una fusione che potrebbe portare a 19 nuovi Comuni unici
La “grande corsa” è finita. Il fatidico traguardo di martedì 10 marzo è arrivato per i 54 Comuni trentini che sono riusciti a depositare le firme necessarie (il 15 per cento dei loro elettori) per avviare in tempo l'iter verso la fusione che potrebbe dare origine a 19 Comuni unici; una bella “sfoltitura” incoraggiata dalla legge 11/2014 approvata nel dicembre dello scorso anno dal Consiglio regionale.
E' già chiaro un primo effetto importante del deposito di queste firme (ora sottoposte alle verifiche legali, da concludersi entro il 30 marzo): in queste 54 amministrazioni non si andrà al voto il prossimo 10 maggio per il rinnovo di sindaco e Consiglio; si andrà invece a votare in giugno per il referendum in tutti i censiti saranno chiamati a esprimersi pro o contro la fusione.
Se il referendum avrà esito negativo, la fusione non ci sarà e i “vecchi” Comuni andranno al voto tra il 1 novembre e il 15 dicembre 2015. Se invece la fusione avrà l'approvazione degli elettori, la Giunta regionale approverà un disegno di legge per l'istituzione del nuovo Comune unico, che vedrà la luce il 1 gennaio 2016. Nel maggio 2016, infine, i cittadini del nuovo Comune unico saranno chiamati ad eleggere un solo sindaco e un solo consiglio comunale.
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