“Mi muovo come se fossi nell'Ottocento”, racconta di ritorno da un altro viaggio in Egitto
Ha immortalato siti affascinanti e sconosciuti dell'Egitto, quasi centomila fotografie, di cui trentamila possono essere consultate sul sito web della Fondazione Museo Civico di Rovereto.
Maurizio Zulian, veterinario di Ala, spinto da una grande passione per la cultura egiziana ha iniziato a scattarle nei primi anni Novanta, quando internet era agli esordi e non c'era alcuna documentazione disponibile al pubblico. Il medico trentino visita il paese irrigato dal Nilo due, tre volte l'anno, parte da solo, e si fa aiutare da un giovane interprete. “Mi muovo quasi come facevano gli egittologi dell'Ottocento”, spiega. Le autorità egiziane ormai lo conoscono, gli concedono i necessari lasciapassare, lo accompagnano dove desidera.
Per loro è un amico che sta aiutando con la sua attività – “ormai è diventata una 'droga'”, dice scherzando – a promuovere la storia e la cultura egiziana, in vista anche di uno sviluppo turistico purtroppo venuto meno negli ultimi anni. Le foto concesse al museo, di cui è conservatore onorario, provengono da siti archeologici situati prevalentemente nel medio ed alto Egitto, guardati a vista da uomini armati, per evitare vandalismi e saccheggi. Sono “luoghi fantasma”, immersi nel silenzio del deserto. Alcuni siti sono murati e sigillati, in altri c'è la possibilità di pagare il biglietto d'ingresso, ma per vari motivi – insicurezza del luogo, assenza di ricettività alberghiera e mancanza di conoscenza – nessuno li visita. Tra questi la necropoli di El-Hawawis, uno dei più grandi cimiteri dell'antico regno, con una storia che va dal 2.600 a.C. all'epoca romana (III secolo d. C.).
Lo si nota benissimo in una delle fotografie di Zulian: il “Tihna el-Gebel”, un'altura con il tempio di Nerone scavato nella roccia, mentre davanti si scorgono i resti della città romana, dietro nascosta la necropoli.
Un'altra immagine riporta i coloratissimi affreschi della tomba di Bannentiu, un ricco commerciante, nell'oasi di Bahariya. “Con la salita al potere di al-Sisi gli egiziani nutrono grandi speranze di riavviare il turismo”, conclude Zulian.
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