Da allora fu una graduale regressione. Un tentativo di recupero si ebbe nel secondo dopoguerra, quando S. Cristoforo divenne il “lido di Trento” e l’Azienda Turismo di Trento negli anni ’70 ebbe alcune idee brillanti che servirono a rilanciare la zona. Poi l’eclisse, che il benemerito Circolo Turistico S. Cristoforo (CTS), nato nel 1983, tentò di combattere fino a pochi anni fa, quando gettò la spugna di fronte all’inerzia di molti. Compreso il Comune, che sulla carta vanta diversi tentativi progettuali, tutti regolarmente finiti nel cassetto, a volte anche per qualche strumentalizzazione politica di troppo. Tanti progetti sulla carta, tante promesse pubbliche, tante proposte teoriche che nella gente hanno prodotto una specie di rassegnazione.
C’è ora questa interessante reazione propositiva che interessa la sponda nord ovest dal lago e quindi le tre località di S. Cristoforo (203 residenti), Valcanover (355), i Masi di Castagné (345). A lanciare la proposta due giovani, Stefano Piva titolare del Pub Gulliver di S. Cristoforo e Michele Corradini dell’albergo pizzeria Valcanover nell’omonima località. In 25 hanno risposto alla proposta e alla fine di un incontro hanno costituito la nuova associazione “Rive”, cui hanno aderito praticamente tutti gli operatori economici della zona, in gran parte dislocati ormai nell’area di Valcanover che da qualche anno sta superando S. Cristoforo nelle iniziative imprenditoriali. La presidenza provvisoria è stata affidata a Stefano Piva che ora dovrà proseguire nel rafforzamento delle iniziative.
L’obiettivo è quello di favorire la collaborazione tra i soci con studi e ricerche, aprire un dialogo con gli enti pubblici e le forze politiche, informare l’opinione pubblica sui problemi economici e sociali delle comunità del lago, promuovere eventi e iniziative ricreative, culturali, sportive e promozionali per aumentare la visibilità e l’attrattiva del lago per supportare le attività turistico-ricettive, commerciali, agricole e artigianali.
Una proposta che ancora una volta nasce dal volontariato, aperta a tutti, ma che si vorrebbe fosse supportata senza troppe esitazioni anche dall’ente pubblico cui competono le scelte più importanti.
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