Nel documento emergono segnali di preoccupazione per “il progressivo degrado della montagna di Trento, in atto ormai da molti anni” e si invitano gli organi istituzionali preposti ad “assicurare il proprio doveroso impegno per la realizzazione di un Parco Naturale del Monte Bondone”, per cui sia prevista l’integrale conservazione e il sensato utilizzo dell’allora presidio militare.
La capolista verde di Trento, Lucia Coppola, nella sua relazione al pubblico ha parlato del Bondone come un luogo speciale, “una montagna incompresa e dalle infinite potenzialità”, da salvaguardare a tutti i costi, in opposizione alle formule turistiche “mordi e fuggi”. Ad anticipare in questa sede il suo pensiero, alcune considerazioni che l’illustre botanico e naturalista trentino Franco Pedrotti ha condensato in un documento: “Due anni fa l’ambiente è stato gravemente danneggiato nei dintorni del Giardino Botanico Alpino delle Viote con l’esportazione della cotica erbosa per fare posteggi. Episodio molto grave al quale, ad eccezione di alcune associazioni ambientaliste, nessuno è intervenuto per il salvataggio dell’ambiente, neppure il Museo di Trento da cui il giardino stesso dipende”. Alludendo ai suddetti interventi nella zona delle ex caserme, l’esperto conclude scrivendo che “se realizzati, porterebbero a ulteriori danni e devastazioni”, motivo per cui “devono essere impediti con tutti i mezzi possibili”.
Ecco perché Francesco Borzaga, già presidente del Wwf regionale, equiparando il Bondone a un cimitero teme per le sorti di questa montagna nella prossima legislatura comunale. Dello stesso avviso il delegato della Lipu Sergio Merz, mentre il cuoco Alessandro Bettinelli, trentino d’adozione, sfodera dal cassetto il sogno di trasformare con modici investimenti quelle secolari ex caserme in un’azienda agricola autosufficiente e a impatto zero. Per lui, finora, un pugno di mosche in mano. In tre anni ha urtato soltanto contro porte chiuse e il suo progetto rimane lettera morta.
Lascia una recensione