Le iniziative legate alla figura dell'uomo che rifiutò di giurare a Hitler. Il vescovo Muser: “Un esempio concreto di santità”
Bolzano – La settimana scorsa è stata in vario modo dedicata alla memoria di Josef Mayr-Nusser. Martedì 24 febbraio ricorrevano infatti i settant’anni della sua tragica morte. La mattina il sindaco Luigi Spagnolli ha scoperto una targa presso il maso Nusser (vedi riquadro a lato), dove Josef nacque nel 1910. Nel pomeriggio il vescovo Ivo Muser ha celebrato una Messa nella cappella di Stella di Renon, dove Mayr-Nusser giace sepolto. “Il giorno prima del giuramento – ha ricordato il vescovo – Josef Mayr-Nusser dichiarò al comandante di non poterlo prestare per motivi religiosi. A un compagno che cercava di fargli cambiare idea rispose: ‘Se nessuno mai ha il coraggio di dir loro di essere contrario alle loro idee e azioni, non cambierà mai nulla’”. “Josef Mayr-Nusser fu martire nel senso proprio della parola, perché diede testimonianza della fedeltà a Cristo. Questo è il punto centrale della sua vita. Non aspirava ciecamente al martirio… ma sentiva di essere chiamato a una testimonianza più netta e decisa. E la sua testimonianza è un esempio concreto di santità per la nostra Chiesa, che vede nella sua beatificazione (auspicata per il 2016, ndr) un prezioso aiuto per il risveglio della fede”.
La sera di martedì 24 febbraio, in un affollato Teatro Comunale di Gries, per iniziativa del Centro per la Pace, è stato presentato lo spettacolo “Io non giuro”, ispirato al libro “L’uomo che disse no a Hitler” (ed. Il Margine) di Francesco Comina. Ideato e composto da Mara Da Roit, che è anche la voce recitante femminile, “Io non giuro” narra in modo intenso e coinvolgente la vicenda dell’eroe antinazista, inserendola come piccola storia nella grande storia, quella delle opzioni, della guerra, del sonno della ragione. Si alternano immagini, parole e musica. Il gruppo riesce a creare, per circa un’ora, l’atmosfera necessaria allo spettatore per trasferirsi con la mente e col cuore ai tempi delle azioni e delle scelte di Josef Mayr-Nusser, per poi tornare ai giorni nostri pronto a chiedersi quanto, di quelle parole, lo riguarda. L’attualità è evidente: primato della coscienza, necessità di essere informati per partecipare, la fatica delle scelte, soprattutto se controcorrente, sono temi veri allora come oggi. Josef Mayr-Nusser rimane per tutti una “pietra d’inciampo”. La voce maschile, nello spettacolo, è quella di Patrizio Zindaco, le musiche e gli effetti sonori sono creati ed eseguiti da Luca Dall’Asta. Insieme, i tre artisti, compongono il gruppo teatrale NewEos.
Giovedì 26 febbraio ha avuto luogo nella chiesa di San Giovanni in Villa (che Mayr-Nusser frequentava con i giovani dell’Azione cattolica) il consueto incontro mensile di preghiera per il Sinodo e sabato un convegno, ancora per iniziativa del Centro per la Pace, dedicato in modo particolare al “volto femminile della resistenza”. Albert Mayr, figlio di Mayr-Nusser, ha ricordato la figura della madre Hildegard Straub, Giampiero Girardi ha raccontato la storia di Franz Jägerstätter e soprattutto della moglie Franziska, Lidia Menapace ha chiuso la mattinata con una riflessione “senza retorica” sulla Resistenza.
Lascia una recensione