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“Pretendiamolo da noi stessi!”, dice Muser, che indica: condivisione, preghiera e digiuno. Scheuer dà tre indicazioni per una autentica conversione: mostrare le proprie ferite, congedarsi dal passato, lasciare che avvenga il perdono.
Innsbruck/Bolzano – Il messaggio quaresimale del vescovo Manfred Scheuer è dedicato alle sfide della riconciliazione e del perdono. “Piccoli gesti di grande valore sono opere di pace e di riconciliazione: possono essere semi che donano speranza, possono aprire vie e prospettive di pace”. Il riferimento, oltre ai possibili conflitti nella vita di ognuno, è anche alla situazione internazionale segnata dalle guerre in Siria, Iraq, Afghanistan e dal terrorismo diffuso.
Richiamandosi a Papa Giovanni XXIII e all’enciclica Pacem in terris, Scheuer indica le quattro condizioni per la pace: verità, giustizia, amore e libertà. “La verità sarà a base della pace, quando ognuno oltre ai propri diritti riconoscerà sinceramente anche i proprio doveri verso gli altri. La giustizia costruirà pace, quando ognuno rispetterà concretamente i diritti degli altri e si sforzerà di adempiere pienamente ai propri doveri verso gli altri. La via delle pace deve portare alla tutela e alla pretesa dei diritti umani fondamentali. Il consolidamento della pace non è possibile senza la difesa dei diritti e dei doveri dell’uomo. L’amore diventa il lievito della pace, quando le persone vedono i bisogni e le necessità degli altri come se fossero i propri e condividono ciò che hanno con gli altri, a cominciare dai valori spirituali. La libertà infine nutrirà la pace e darà frutto, quando tutti, nella scelta dei mezzi per raggiungerla, useranno la ragione e assumeranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni”.
Il vescovo di Innsbruck dà tre indicazioni per una autentica conversione: mostrare le proprie ferite, congedarsi dal passato, lasciare che avvenga il perdono.
In Alto Adige il vescovo Ivo Muser ha celebrato il Mercoledì delle ceneri nel Duomo di Bolzano. Il semplice rito e l’adesione superficiale alla penitenza non bastano, ha detto, c’è bisogno di una reale conversione a Dio. Con l’imposizione delle ceneri l’uomo è chiamato a porsi delle domande essenziali: che cosa conta veramente nella mia vita? In che cosa consiste il vero senso dell’esistenza? La Quaresima si caratterizza per la testimonianza della carità nella forma della condivisione, della preghiera e del digiuno. Il vescovo Muser si è soffermato su questi tre punti: il condividere, la solidarietà, rimandano all’idea secondo la quale è molto più importante essere che avere. Preghiera significa rinunciare a porre se stessi al centro di tutto: pregare è mettersi in ascolto e porre la propria vita nelle mani di Cristo. Il digiuno infine, dice il vescovo, non ha nulla a che fare con le nostre diete, ma ci serve per capire cosa ci impedisce, nella vita quotidiana, di essere davvero liberi. “Il Signore ci doni capacità di discernimento, di decisione e di fermezza”, ha detto mons. Muser. Ha poi concluso l’omelia dicendo: “Oggi si parla spesso di rinnovamento: non pretendiamolo dagli altri, ma piuttosto da noi stessi! Riconosciamoci umili nel segno delle ceneri. Signore, rinnova la Tua Chiesa e inizia da me!”
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