Disagio, lo spazio diocesano

Si trova in via Giusti, 1 la sede a cui rivolgersi per situazioni di difficoltà di famigliari o conoscenti

Un intervallo musicale ed un clima festoso hanno accolto venerdì pomeriggio i numerosi volontari dello Spazio di ascolto per il disagio psichico che ha inaugurato la sua nuova e definitiva sede in via Giusti, 1 vicino agli uffici Caritas.

Avviato a maggio dello scorso anno, il servizio è stato fortemente voluto dal vicario generale mons. Lauro Tisi, che ha raccolto anche il lavoro preparatorio avviato dai padri camilliani. In questi due mesi lo spazio ha già riscontrato un buon numero di richieste di appuntamenti, a riprova della diffusa richiesta di aiuti (soprattutto da parte di familiari o conoscenti) per le persone che si trovano in uno stato di disagio. “In questi mesi – ha chiarito don Olivo Rocchetti, referente per la diocesi di questo servizio anche dentro la Consulta della salute – abbiamo precisato meglio la natura di supporto e di orientamento del nostro servizio che vuole essere complementare rispetto a quanto viene fatto dal Servizio di salute mentale, con i suoi compiti di diagnosi e cura”.

Aperto ogni settimana in due pomeriggi, il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 18.30, lo Spazio di ascolto si avvale di personale qualificato che può raccogliere le sofferenze delle persone e dei famigliari che si rivolgono a questa realtà. “Ci sono mamme che richiedono un aiuto per poter affrontare problematiche dei figli oppure che chiedono di poter essere sollevate per un certo periodo”, spiegano alcuni volontari.

Il dott. Angelo Mercurio, ex primario di psichiatria a Mezzolombardo e supervisore scientifico dell'equipe, osserva: “Anche in Trentino come in tutto il mondo occidentale il disagio psichico è una realtà sempre più presente. Lo scorso anno in provincia di Trento più di 7 mila persone adulte sono state seguite dai servizi provinciali; a queste dobbiamo aggiungere bambini e ragazzi sotto i 18 anni, le persone seguite nei vari ambiti legati alle dipendenze , a cui aggiungere ragazzi e bambini, le persone seguite nel campo delle dipendenze e quanti ancora sfuggono al monitoraggio. Di qui l'importanza del lavoro di rete al quale anche la diocesi, con questo spazio, vuole contribuire concretamente.

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