Il report conclusivo, elaborato nelle scorse settimane, rivela un alto tasso partecipativo attestato da un risicato 5% di disinteressati all’argomento. Gli intervistati hanno esternato il proprio pensiero, sebbene l’attendibilità di una siffatta “indagine di opinione”, è pacifico, può celare una qualche ombra di incertezza. L’obiettivo prefissato è stato comunque centrato: tenere in debita considerazione la linea di orientamento statistico impostata dalla cittadinanza su un “passaggio storico” come quello che un processo di fusione amministrativa comporta, affinché il tutto non si risolva nel chiuso delle aule del potere, ma assuma le prerogative di un argomento di discussione democratica ampia e approfondita.
Iniziando a ragionare non soltanto per risparmi finanziari ed efficienze organizzative, riscrivendo, invece, la geografia amministrativa dei tre comuni distribuiti in una lingua di terra che si distende dai Laghi di Lamar al lago di Toblino. L’esito dell’indagine conferma quanto evidenziato in fase progettuale ovvero l’improponibilità, allo stato di fatto, di un unico comune per tutta la valle. Due gli schieramenti aggregativi più gettonati, formulati nel 46% delle risposte: Terlago, Vezzano e Padergnone contrapposti a Calavino, Lasino e Cavedine. Il sondaggio non è vincolante, ciò nonostante i sindaci si sono promessi di ricalcare la posizione della popolazione e agire di riflesso. Fra l’altro, i comuni restii a fondersi, saranno soggetti all’obbligo di adesione alle gestioni associate fin dai primi giorni del nuovo anno.
L’amministrazione comunale di Vezzano ha espresso, inserendolo anche nel programma di legislatura, il proprio assenso alla fusione con i comuni limitrofi e questo sarà il percorso che assieme a Terlago e Padergnone si intraprenderà entro il 10 marzo, giorno fissato come termine ultimo per la presentazione alla giunta provinciale della domanda di indizione di referendum consultivo corredata dalla sottoscrizione di almeno il 15 % degli elettori dei rispettivi comuni.
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