Primiero, Comitato contro la fusione a quattro

Il Comitato “Per un Primiero meno diviso” incontra la popolazione
“Il progetto di fusione è un bicchiere mezzo vuoto”, spiega Daniele Gubert, uno dei promotori del comitato “Per un Primiero meno diviso”. “Nasce dal coincidere di interessi e strategie personali degli amministratori uscenti – chi in attacco e chi in difesa – e non certo da una visione complessiva del territorio e dalla consapevolezza della necessità di strumenti più efficaci per governarlo. Il Comitato aveva fatto emergere, invece, una diffusa e più esigente domanda di semplificazione, ottimizzazione organizzativa, redistribuzione delle risorse con pari dignità e responsabilità per ciascun municipio della valle”.Anche il nome scelto del nascente comune crea perplessità. “Il nome ‘Primiero’ è giusto solo se viene inequivocabilmente sposata l’idea che la fusione dei quattro comuni (Siror, Transacqua, Tonadico e Fiera di Primiero, ndr) è un risultato parziale e transitorio, e se sarà inscritto nella pietra che gli altri comuni di Primiero potranno entrarvi in qualsiasi momento alle stesse condizioni dei fondatori”, spiega Gubert. “Altrimenti è uno scippo inaccettabile, e potrà creare confusione a tutti i livelli, dalla riconoscibilità geopolitica alla promozione turistica”.

Per ora i cittadini dei comuni interessati non sono stati ancora coinvolti. Nessun incontro pubblico per far capire come sarà il futuro comune. Punto di forza del comitato era stato invece il coinvolgimento della popolazione. “Certo, il consenso mobilitato dal Comitato ha ingolosito chi stava perdendo il proprio, e se ne è approfittato”, commenta ancora Daniele Gubert. “Il progetto di fusione è stato gestito come un segreto piano industriale, appaltato a terzi, invece che diventare oggetto di riflessioni pubbliche, mediazioni politiche, analisi dei pro e dei contro, occasione per dare sostanza ad un rilancio sociale ed economico della valle. Nelle poche settimane ora disponibili si darà fiato alle trombe della propaganda, ma è evidente che il progetto, forzato e tagliuzzato come lo è stato, ha perso l’anima”.

“Nonostante tutto”, conclude Daniele Gubert, “l’unione delle forze è e rimane indispensabile per qualsiasi progetto di futuro a Primiero”. “Essendoci negati altri strumenti – la nuova legge regionale non consente di indire il referendum sulla fusione dei comuni attraverso l’iniziativa popolare – non ci resta che lavorare affinché il ‘quasi Primiero’ che dovesse nascere da Fiera di Primiero, Siror, Tonadico e Transacqua, diventi al più presto, includendo anche gli altri municipi, il Comune-Comunità di Primiero. Amministrato con competenza, buona volontà e, soprattutto, visione d’insieme, questo potrà essere l’ente istituzionale unificato finalmente all’altezza delle sfide che attendono da troppo tempo il nostro amato e bellissimo territorio”.

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