Fiemme e Fassa, le Famiglie cooperative tengono testa alla crisi

La crisi c’è, ma le valli di Fiemme e Fassa reagiscono con vigore. Scorrendo i dati economici presentati nelle varie assemblee promosse dalle Famiglie cooperative si evidenzia come i bilanci, nonostante le difficoltà, siano ancora sani. Certo, le abitudini cambiano e le famiglie sono sempre più attente al momento dell’acquisto, ma non per questo i punti vendita sono condannati al declino.

Negli ultimi anni in ambito nazionale si tocca con mano la stagnazione dei consumi. È ormai un dato acquisito, che il 54 % della clientela compra solo lo stretto necessario e taglia il superfluo; il 52% acquista solo prodotti scontati o in promozione. Addirittura il 30 per cento compra meno.

Fiemme e Fassa, contando su una buona occupazione e sfruttando i flussi turistici che comunque rimangono importanti, si difendono bene. Il Fassacoop, la Famiglia cooperativa più importante della valle, chiude il bilancio con un utile di 425 mila euro addirittura superiore a quello del 2013. Nonostante i ricavi dalle vendite siano in leggera flessione una oculata gestione economica è riuscita comunque a creare fatturato. La punta di diamante del Fassacoop rimane il settore all’ingrosso che da solo riesce a totalizzare un giro d’affari di nove milioni di euro (37 per cento del fatturato).

Sempre in terreno positivo il supermercato discount localizzato a Moena, molto concorrenziale nei confronti della vicina Cooperativa. A lui va il 27% del fatturato. I punti vendita di paese e l’extra alimentare si dividono la quota restante. Tra gli investimenti programmati l’acquisto a Pozza di un terreno di 2.500 metri quadri che servirà, dopo una permuta, a realizzare un parcheggio e ampliamento del settore ingrosso.

La cooperativa di Moena (quattro punti vendita) chiude in leggero calo (un saldo negativo di 11 mila e 893 euro), valore contenuto grazie ai minori acquisti e una oculata gestione del personale. Difficoltosa è stata soprattutto la stagione estiva caratterizzata da un netto calo delle vendite alimentari. In controtendenza il settore abbigliamento che nei mesi freddi e piovosi di luglio e agosto ha venduto maglioni e guanti in quantità.

“La fiducia dei soci costituisce un baluardo fondamentale per l’esistenza delle società cooperative”, ha sottolineato il direttore Luca Pitolini. “Ed è per questo motivo che in momenti difficili è essenziale fidelizzare il consumatore”. La base cooperativistica a Moena infatti tiene. Il numero dei soci è passato da 945 a 972 con una crescita di 27 unità.

Cavalese, in Valle di Fiemme nonostante la crisi, rilancia. È stato completamente rifatto l’interno del punto vendita al bivio di Carano, realizzando un ambiente più ampio e più accogliente su tre piani, con il tetto ricoperto di pannelli fotovoltaici che consentono di produrre ben l’80% dell’energia consumata. Attenzione anche agli avventori anziani e quelli con difficoltà motorie con l’abbattimento di tutte le barriere agli accessi. Ora il grande negozio può contare su 450 metri quadrati in più rispetto alla superficie precedente con l’aggiunta di nuovi reparti: quello del pesce fresco e della cucina pronta.

Ma anche le piccole realtà sanno rimodernarsi nonostante i tempi difficili. È il caso del punto vendita di Panchià, nato nel lontano 1912, che ha rinnovato scaffalature, banchi frigo e attrezzature varie per un costo di poco superiore ai cento mila euro. Grande la soddisfazione della piccola comunità, fiera di contare su una struttura decorosa ed efficiente.

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