L'8 febbraio si è celebrata la prima giornata internazionale contro la tratta di persone che riguarda, in base a stime attendibili, più di 21 milioni di persone e che rende ai trafficanti oltre 30 milioni di dollari all'anno. L'evento è stato promosso dal Papa d'intesa con vari dicasteri vaticani e con le Unioni maschili e femminili dei superiori generali. In occasione della solennità del Corpus Domini del 2 giugno 2013 Francesco aveva pregato “per quanti nelle diverse parti del mondo vivono la sofferenza di nuove schiavitù e sono vittime delle guerre, della tratta delle persone, del narcotraffico e del lavoro 'schiavo', per i bambini e le donne che subiscono ogni forma di violenza”. Ricorrente è risultata da allora la denuncia del Papa contro la tratta, che ha definito “un crimine di lesa umanità”.
La giornata è stata celebrata anche in tutte le chiese e le parrocchie della diocesi di Trento. Nel corso della visita pastorale alla Parrocchia del Duomo, il vescovo Luigi Bressan nell'omelia della messa in Cattedrale ha ricordato una delle vittime della tratta, la santa canossiana Giuseppina Bakhita, che ha prestato il suo servizio anche nel convento di Trento, in memoria della quale Bressan ha invitato a “riflettere e ad agire” con tutte le forze possibili “contro l'orrore di tante persone rese schiave anche oggi sia nelle forme classiche di sfruttamento che in quelle variegate, ma ugualmente ingiuste della tratta di esseri”.
Secondo l'Organizzazione internazionale del Lavoro (Oil) e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, servitù domestica, prelievo di organi, accattonaggio e matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento.
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