I sindaci: “Evitiamo concentrazioni”

Sette mesi: tanti ne sono trascorsi da quando la Provincia autonoma di Trento ha chiesto alle Comunità di Valle di individuare delle strutture per accogliere i rifugiati e i richiedenti asilo, assegnati dallo Stato al Trentino, in base all’accordo Stato-Regioni, in numero proporzionale alla popolazione.

Martedì 10 febbraio la conferenza dei sindaci della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, riunita per un confronto circa la possibilità di accogliere i 54 rifugiati e richiedenti asilo assegnati a quel territorio, si è conclusa in modo interlocutorio. Formalmente non c’è alcuna resistenza da parte dei 18 sindaci all’accoglienza dei profughi, ma dalla loro ricognizione è emerso che non ci sono risorse né strutture pubbliche adeguate per l’accoglienza. Non resta quindi che contare sulla disponibilità dei privati. In ogni caso, la preoccupazione degli amministratori pubblici – spiega Damiano Fontanari, sindaco di Sant’Orsola e presidente della conferenza dei sindaci della Comunità Alta Valsugana e Bersntol – è che ci sia equilibrio nell’assegnazione dei profughi, “per evitare la concentrazione in uno o due Comuni”. Il paventato arrivo dei primi 17 profughi sul territorio della Comunità, e precisamente a Miola di Pinè, in una struttura ricettiva privata, aveva provocato qualche malumore, tanto da suggerire il rinvio del trasferimento da Marco, contro il quale nel frattempo la Lega Nord aveva raccolto circa 300 firme tra i residenti della zona. Era anche apparso uno striscione dai toni razzisti, poi rimosso. Un rinvio motivato dalla necessità di condividere con la popolazione il percorso di integrazione dei profughi nella comunità.

Dal canto suo, la Provincia di Trento ha necessità di trovare al più presto soluzioni alternative al campo di Marco di Rovereto; e vuole liberare anche l’ostello di Castelfondo, in valle di Non. Per questo ha indetto un bando rivolto ai privati e chiesto la collaborazione dei Comuni per trovare alloggio a 173 profughi (compresi gli 88 già accolti a Marco).

Dal 22 marzo 2014 sono 933 i rifugiati e richiedenti asilo assegnati al Trentino. Di questi, 592 hanno lasciato il territorio provinciale. Ne restano 340 e ne potrebbero arrivare altri 80-90, fino a saturare la quota complessiva di 431 assegnata dallo Stato.

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