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Nei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) – ovvero le cure e prestazioni garantite ai cittadini dal Servizio sanitario nazionale – entra anche l’Unità operativa di protonterapia di via al Desert a Trento. Lo ha annunciato oggi la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, durante un’audizione alla commissione Sanità del Senato cui ha partecipato anche l’assessora provinciale Donata Borgonovo Re. “È una notizia che ci conforta – commenta – e che ci consente di proseguire con i percorsi che abbiamo già attivato ma con una marcia in più; è evidente che le convenzioni che come Provincia abbiamo portato avanti sono destinate a decadere nel momento in cui i Lea saranno pienamente efficaci, anche se – prosegue l’assessora – ci vorranno alcuni mesi prima che sia confezionato il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri con la ridefinizione dei nuovi Lea e l’inserimento delle tariffe”
Il passaggio del Centro di protonterapia di Trento nei Lea è stato salutato con soddisfazione anche dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi e da Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Questo risultato darà la possibilità a tutti i cittadini del nostro Paese di venire a curarsi a Trento. E’ una conferma e un forte stimolo a continuare a lavorare insieme per raggiungere gli importanti obiettivi che ci siamo dati”.
Le prestazioni di protonterapia sono inserite nei livelli garantiti dal sistema sanitario provinciale, secondo una delibera, approvata dalla Giunta provinciale nel settembre scorso, che garantisce ai residenti in Provincia di Trento da almeno tre anni l’accesso a queste prestazioni di alto livello tecnologico. Per quanto riguarda l’accesso dei pazienti extra provinciali, per il momento è possibile con nulla-osta all’addebito da parte dei sistemi sanitari delle regioni di provenienza. Con la Regione Veneto è stata sottoscritta una convenzione che garantisce l’accesso alle prestazioni da parte dei pazienti veneti. Per quanto riguarda l’accesso dei pazienti extra provinciali, per il momento è possibile con nulla-osta all’addebito da parte dei sistemi sanitari delle regioni di provenienza. Con la Regione Veneto è stata sottoscritta una convenzione che garantisce l’accesso alle prestazioni da parte dei pazienti veneti.
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