Un’occasione di riflessione sulla comunicazione nella vita e nella missione della Chiesa
Arrivano alla spicciolata, chi da più lontano chi da più vicino, sfidando ponti aerei, ritardi che scombussolano le coincidenze e obbligano a lunghe attese in aeroporto, o una notte intera in pullman, nonostante l’età (molti non sono più giovani). Si portano dentro la voglia e l’entusiasmo di un incontro che ormai è divenuto un momento tradizionale di fraternità, incontro, condivisione per poi ripartire con nuovo slancio e nuove forze per la missione. Sono i missionari trentini in America Latina,
Ad accoglierli nel Recanto Sagrado Coração di Gesù, a Maceiò, nello Stato di Alagoas (Brasile), è suor Miriam Zendron con la sua comunità, che con molta disponibilità si fa in quattro perché non manchi nulla e l'incontro – dal 28 gennaio al 3 febbraio – possa essere un successo. Lo racconta in questa testimonianza padre Gianfranco Graziola, Vice Coordinatore Nazionale della Pastorale Carceraria per la CNBB, la Conferenza dei vescovi brasiliani.
Dopo un breve riposo ristoratore c’è la gioia del rincontrarsi, abbracci, sonore risate, parole che si intrecciano rapide, unite alle barzellette di don Domenico Zocchi, tra noi conosciuto come “Gino”, e le trovate di don Gianni Poli, che – lasciata la sua nuova parrocchia “Morro da Liberdade”, antica colonia dei lebbrosi a Manaus – ci anima nella liturgia con i canti e ci aiuta a capire il senso dei suoi collari di semi quale segno di inculturazione e comunicazione con il popolo dell’Amazzonia.
Dopo i saluti, la celebrazione dell’eucaristia, la cena, si entra nel merito dei lavori con un primo incontro. E’ tempo di indicare orari, di comunicare avvisi, di stabilire il ritmo e il procedimento affinché tutto proceda per il meglio e l’incontro possa dare i frutti desiderati. Nonostante la stanchezza del viaggio e la levataccia di qualcuno, vi è chi continua a conversare, scherzando e scambiando notizie delle rispettive missioni e chiedendo informazioni su chi pressato dagli impegni non potrà essere presente. Pazienza!
Dopo una notte di sonno ristoratore, cominciamo la nostra giornata con la preghiera del mattino, ponendoci in ascolto della Parola di Dio affinché possiamo entrare in sintonia col progetto del Regno di Dio. La mattinata e l’intera prima giornata è dedicata alla presentazione e alla riflessione sul “Direttorio della Comunicazione della Chiesa nel Brasile” (Documenti della CNBB – la Conferenza dei vescovi brasiliani – numero 99). Questo compito è affidato a don Walter Collini della diocesi di Mossorò, che dovrà aiutarci a capire che cosa intendono come comunicazione i vescovi brasiliani.
Già nella prima giornata il dibattito si fa intenso, con domande, riflessioni, richieste per capire meglio, e prosegue per tutta la seconda. Le giornate si arricchiscono sempre più di nuovi spunti, di nuove luci che ci aiutano a comprendere l’importanza, non tanto degli strumenti e delle tecniche di comunicazione, ma soprattutto di che cosa comunichiamo, in una parola il contenuto del messaggio, ciò che vogliamo e pensiamo si debba comunicare. Ci accorgiamo che in questi giorni stiamo facendo, forse un po’ incoscientemente, e con molta naturalezza, un’ottima comunicazione; e allora ci diciamo che, nonostante tutti i mezzi e la loro sofisticazione, il contatto personale, visivo, fisico è la più efficace e completa di tutte le comunicazioni. Questo non significa che non ci rendiamo conto del contesto in cui viviamo, della forza dei mezzi di comunicazione, della loro capacità di manipolazione delle masse, del loro potere, ultimamente però un po’ ridimensionato dalle reti sociali che in Brasile sono riuscite, in barba alle grandi catene televisive, a mobilitare e a portare in strada migliaia di persone e a permettere, senza dubbio alcuno, la rielezione della Presidente Dilma Roussef.
A parlarci di alternative e nuove forme di comunicazione è tra di noi don Ermanno Allegri, prete della Diocesi di Bolzano, operante a Fortaleza con l’agenzia ADITAL (Agenzia di Informazione Frei Tito per l’America Latina). Nel suo intervento, analizzando la realtà attuale del Brasile, ci rende partecipi di tutto un movimento esistente in campo politico-economico facendoci capire l’importanza dei mezzi alternativi, non solo come autori di notizie o formatori di opinione, ma soprattutto come base per aiutare i movimenti sociali ed i loro leader in un processo di formazione per fornire le basi per affrontare le grandi questioni sociali e politiche. Constatiamo, ahinoi, che da questo punto di vista i nostri mezzi di comunicazione cattolici così come il loro linguaggio sono distanti anni luce dalla realtà, preoccupati più di falsi proselitismi che di un vero annuncio del Vangelo, che è incarnare e ascoltare la voce della gente, le sue preoccupazioni, la sua vita di ogni giorno.
L’ultimo spunto per capire che cosa sia comunicazione e che cosa comunichiamo ci è dato dall’Esortazione Apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium. Riflettiamo insieme sul quarto capitolo, quello sulla “Dimensione Sociale dell’Evangelizzazione”, e in seguito lo traduciamo in preghiera, affinché diventi alimento e combustibile per continuare il nostro cammino di annuncio e missione.
E siccome la vita non è fatta solo di parole, ma soprattutto di incontro, di fatti, abbiamo anche l’opportunità di visitare la città di Alagoas e di vedere nove delle innumerevoli lagune, isole e laghi che compongono la città e che le danno il nome.
Per concludere in bellezza celebriamo con la comunità locale la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio e la Giornata Mondiale e Anno Giubilare della Vita Consacrata. Presiede la celebrazione e i momenti finali del nostro incontro don Nicola Belli, rappresentando la Diocesi di Trento e facendoci parte del suo cammino, delle difficoltà e delle speranze di una situazione sempre più fluida e complicata per l’annuncio del Regno e per la vita della Chiesa.
Ormai il tempo è corso via veloce, è giunto il momento di pensare al prossimo incontro, a chi lo animerà. Valigie e fagotti alla mano si torna alla missione di ogni giorno, liquida o solida come la società dei nostri tempi, ma con la voglia di essere sempre annuncio, testimonianza vera e trasparente del Vangelo, come ci insegna ogni giorno Papa Francesco. E allora arrivederci tra due anni, e per ora buona missione.
padre Gianfranco Graziola
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