L'avventura artistica di Mariano Fracalossi in mostra a Palazzo Trentini: un centinaio di opere, molte inedite, riportano in luce la sensibilità e lo stile inconfondibile del maestro trentino
Docente alle scuole medie, gallerista, promotore di eventi artistici, fondatore del Gruppo studio arti visuali e del Gruppo di artisti “La Cerchia”, attivo nell’Unione Cattolica Artisti Italiani e nel Sindacato Artisti, Mariano Fracalossi (Trento, 24 agosto 1923–22 maggio 2004) è stato pittore, decoratore, disegnatore e incisore che, anche grazie al sostegno del padre Attilio, anch'egli pittore e decoratore, dimostrò fin da bambino un sicuro talento. Diplomatosi all'Istituto Superiore d'Arte di Porta Romana a Firenze, vi conseguì anche il magistero. Nel 1945 è tornato a Trento e ha iniziato una lunga carriera come pittore, decoratore e insegnante raccogliendo intorno a sé stima e consensi. Grande lavoratore, ha realizzato moltissime opere con le tante diverse tecniche da lui padroneggiate: olio, tempera, smalto, acquaforte… Interessanti sono i suoi mosaici, anche di grande impegno, come quello realizzato a Segno sull'intera facciata dell'edificio che ospita il Museo di Padre Kino, quello all’interno del Palazzo della Provincia di piazza Dante a Trento o le Vie crucis di Vermiglio e di Montagnaga di Piné. Dal 1940 ha allestito oltre sessanta mostre personali in tutta Italia e all'estero. Numerosissime anche le sue presenze a rassegne collettive in Messico, Cile, Spagna, Brasile, Argentina, Paraguay ecc.
A più di dieci anni dalla scomparsa è stata aperta a Palazzo Trentini, la sede del Consiglio provinciale, una mostra antologica nella quale sono esposte un centinaio di sue opere, delle quali una buona metà inedite. Allestita in modo particolarmente elegante, costituisce un omaggio alla memoria di un uomo e al valore di un operatore nel mondo dell’arte che di certo contribuirà a riportarne in piena luce la sensibilità che ha permeato tutta la sua vita.
La gran parte dei lavori di Mariano Fracalossi sono senza data, senza titolo e spesso senza firma. Sin dai suoi primi lavori, peraltro, emerge una modalità di organizzazione spaziale meditata e squisitamente personale, inconfondibile, che è stata sua per tutta la vita.
Alla profondità prospettica intesa tradizionalmente Fracalossi ha preferito una organizzazione verticale piatta dello spazio tridimensionale che si rivelava perfettamente consona a contenere il flusso narrativo delle sue storie. Una modalità antica, di ascendenza gotica, assai presente anche in tanti affreschi medievali trentini a lui ben noti e tanto cari. Rispetto a tante pitture parietali trecentesche Fracalossi però rifiuta le gradazioni tonali complesse cosicché la spinta dinamica delle figure, delle case, dei campi arati o delle barche da lui dipinti è supportata esclusivamente dal segno grafico. La figura umana in particolare appare ingenua, immediata, fresca, briosa, coerentemente inserita in cicli, racconti, sequenze o anche singole scene di sapore fiabesco. Anche alle più elementari scene “di genere” arrivava a conferire una parodia poetica.
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