Dieci mesi, migliaia di chilometri percorsi da Mauro Lunelli e Santiago Fagnani per portare dal sud al nord dell’America la clownterapia
Un viaggio durato dieci mesi. In Sudamerica e oltre, verso nord. E’ quello intrapreso da due clown – Santiago e Mauretto – che da Ushuaia, la città più a sud del mondo, in Argentina, sono arrivati fino al Gesundheit Istitute in West Virginia, passando per l’Alaska. Le tappe di questo viaggio hanno toccato il maggior numero di città possibili, compresi volutamente i posti della marginalità e del dolore come ospedali, orfanotrofi, carceri, comunità dove si cerca di lenire le sofferenze degli esseri umani e in special modo di quelli più deboli e abbandonati. Gli strumenti utilizzati sono stati la propria presenza umana, un sorriso, un abbraccio. Mauro Lunelli, di Bosco di Civezzano, che tutti conoscono come “Mauretto”, e il suo amico Santiago sono impegnati da tempo negli ospedali trentini nella clownterapia, una particolare tecnica e filosofia di approccio al mondo della malattia e della sofferenza, promossa dal medico statunitense Patch Adams.
Quella di questi due “paiazi” è stata anche una straordinaria ricognizione di posti e luoghi – i più impensati e periferici – dove sono impegnate persone originarie del Trentino, che da vario tempo vivono a quelle latitudini dedicando tempo e passione al prossimo; una prospettiva di vita che richiede dedizione e abbandono anche totali. Non c’è retorica nelle parole di Mauro quando osserva di aver trovato “un’incredibile dignità e forza e voglia di andare avanti” in contesti difficilissimi, dove le persone “non perdono il sorriso o la speranza pur non avendo niente”.
Il suo è un profluvio di ricordi e di esperienze indimenticabili. A Cochabamba, a 2500 metri sul mare, nel centro della Bolivia, p. Alfredo, originario della Val di Non, ospita in una struttura povera, ma dignitosa dai 20 ai 25 bambini di strada. “Si respira un’aria molto gioviale –osserva Mauro Lunelli – e i ragazzi vivono in una situazione dove si sente la dolcezza e la serenità”. Poco oltre p. Sergio ospita adolescenti con disabilità molto gravi, “ragazzi speciali” li chiama, che se non fossero accolti sarebbero completamente abbandonati a loro stessi.
Per Mauro “è un onore conoscere persone trentine, volontari e missionari così eccezionali nel loro vivere ordinario, sono cose e sensazioni che ti fanno apprezzare ancora di più la nostra terra trentina!”.
Il contributo dei focolarini di Chiara Lubich, ad esempio, nelle favelas del Brasile ha qualcosa di incredibile, è un lavoro che non è un lavoro, è uno “stare accanto”, un condividere la vita quotidiana nel segno della promozione umana e della dignità di ogni persona nella concretezza dei piccoli gesti e nella vicinanza dei momenti. L’Operazione Mato Grosso a Zumbahua in Ecuador gestisce un ospedale a quasi 3 mila metri d’altezza in una delle zone più povere e abbandonate e gli operatori si fanno in quattro, non si risparmiano per mantenere in vita questo posto di cura e di ricovero per le persone più bisognose, tra mille difficoltà e pochissimi aiuti governativi. “In Bolivia – prosegue Mauro – abbiamo incontrato un dottore romeno e una volontaria colombiana che aiutano adulti con problemi psichici gravissimi che sono stati abbandonati dalle loro famiglie”.
Mauro e Santiago per quanto hanno potuto si sono prodigati agendo attraverso l’empatia: “Per essere clown di circo ci vogliono anni di studio e pratica; al clown d’ospedale bastano solo un naso rosso e la voglia di mettersi in gioco!”. Da questo viaggio ha imparato moltissimo: “Per esempio a non giudicare; e se lo si fa, occorre mettersi nelle ‘scarpe’ dell’altro!”.
Il viaggio non è stato solo di Santiago e Mauro, ma di tutte le persone che, grazie a Facebook, al sostegno morale e a quello economico hanno reso questo sogno un viaggio possibile.
Per soddisfare altre curiosità si può vedere la pagina Facebook “Hagamos-sonreir-al-mundo”.
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