Ecco quindi la proposta di continuare a credere in questa iniziativa creando un distretto dell’idrogeno in Valsugana e, contestualmente, impiegando una serie di mezzi a servizio dei turisti e dell’economia locale. Anche per generare posti di lavoro altamente qualificati. Il progetto, da realizzare tramite contributi e fondi europei attraverso le azioni previste dal Patto dei Sindaci, è stato illustrato recentemente a Borgo in un incontro servito anche per gettare le basi per alcune collaborazioni con la provincia di Bolzano e il comprensorio del Grappa in Veneto.
Cinque i punti cardine. In primo luogo c’è da pensare come generare l’energia rinnovabile: da qui la precisa richiesta di poter sfruttare le acque del fiume Brenta con la realizzazione di un impianto di circa 1 MW per produrre sia idrogeno sia energia elettrica rinnovabile da immettere sul mercato con importanti benefici economici per il territorio. Serve anche un distributore di idrogeno con generatore combustibile, in grado di autoprodurre quello che dispensa. Distributore che i tre comuni avrebbero pensato di realizzare a Borgo.
Il nuovo distretto dell’idrogeno potrebbe diventare realtà con una flotta di 10 minibus, un numero sufficiente per fornire un servizio pubblico efficace in tutta la Comunità della Valsugana e Tesino. Per poi estendersi, magari, anche alla comunità cimbra ed a quelle dolomitiche della Val di Fiemme e della Val di Fassa. I mezzi potrebbero servire anche per dei collegamenti con zone e paesi dove oggi la mobilità è costretta a fare affidamento sull’iniziativa privata. Con questi veicoli, infine, si potrebbero raggiungere anche delle piccole economie di scala che renderebbero il prodotto più facilmente appetibile anche a realtà esterne al Trentino, con evidenti ricadute dal punto di vista occupazionale.
Lascia una recensione