Il Consiglio di amministrazione della Fondazione “E. Mach”, pur acefalo da qualche tempo, dopo l'avvicendamento alla presidenza deciso dalla Giunta provinciale, si è trovato a gestire una situazione di bilancio condizionata dalla cosiddetta “spending review”, la revisione della spesa, il che significa minori entrate per 3 milioni di euro su un bilancio di 51 milioni di euro relativamente al 2013, 40 erogati dalla Provincia e 11 frutto di entrate esterne quali la cantina, i laboratori di analisi, le borse di studio e i progetti di ricerca finanziati dalla Ue e dai privati. La ricerca incide per il 35% della spesa.
Il calo delle risorse finanziarie disponibili si sta ripercuotendo soprattutto nel settore della ricerca con il taglio di una settantina di occupati, purtroppo tutti giovani, in progetti a termine o legati a borse di studio.
L'altro effetto riguarda l'assistenza tecnica, finora gratuita, prestata dalla Fondazione al mondo contadino, (frutticoltori, viticoltori e allevatori) per la quale – preannuncia il direttore generale della Fondazione, Mauro Fezzi – in un futuro ormai prossimo si richiederà il contributo degli operatori del settore. Non mancano le resistenze. Tuttavia la crisi si ripercuote ormai su tutti i settori economici, mentre si è contratta la stagione dei contributi facili e sostanziosi. Uno speciale gruppo di lavoro sta formulando i criteri e le modalità di contribuzione di frutticoltori e viticoltori.
Il mettersi in rete, l'essere in rete con enti pubblici e privati, agenzie di ricerca, università, aziende agricole e multinazionali, a detta di Fezzi, è l'unico salvacondotto in grado di garantire sviluppo e tenuta alla Fondazione Mach.
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