Preti con la gioia del Vangelo

I lavori di gruppo su pastoralità e spiritualità, fine vita e “testamento biologico”. Ed una visita al Muse

“Siate pastori con l'odore delle pecore'” è la raccomandazione di Papa Francesco al clero nel Giovedì Santo di due anni fa, con la quale si è aperta anche la preghiera e la riflessione del secondo turno del corso residenziale di formazione permanente del clero in corso a Villa Moretta, nel Perginese.

Un'ottantina i partecipanti la settimana scorsa, altrettanti quelli presenti ai lavori che si concludono venerdì 30 gennaio. In questa seconda fase è assente il vescovo, impegnato a Roma all'assemblea della Cei, sostituito dal vicario generale mons. Lauro Tisi. Al centro del dibattito le modalità dell'“essere presbiteri secondo la “Evangelii Gaudium”, l'esortazione apostolica di Francesco, le cui linee guida sono state riassunte all'avvio dei lavori, lunedì 26, da don Renato Tamanini. L'ex rettore del seminario, ha estrapolato dal documento pontificio alcune frasi che hanno fatto da filo conduttore agli incontri di gruppo dei giorni successivi dove sono state approfondite le questioni legate alla vita spirituale personale, all'impostazione pastorale e al rapporto con la gente, concentrando l'attenzione sulla visione attuale del mondo e della Chiesa e sulle relazioni tra sacerdoti. L'organizzazione del lavoro in gruppi ha favorito, a detta dei più, una grande lealtà nell'interloquire, un giudizio spassionato sull'attività di ciascuno, in un confronto che “ha aperto i cuori” liberando le coscienze da inibizioni, da falsi pregiudizi, da timori imputabili alle difficoltà riscontrate nell'attività quotidiana, sempre più complessa per la molteplicità dei campi di intervento inter e pluriparrocchiali.

Le parole di Francesco, dopo la rilettura comune, hanno avuto un particolare effetto consolatorio e d'incoraggiamento per continuare ad affrontare le sfide quotidiane: “Essere Chiesa – dice il Papa – significa essere popolo di Dio, in accordo con il grande progetto d'amore del Padre”, Chiesa da considerare come “luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo”.

In programma anche approfondimenti sulla ludopatia, sulle Unità pastorali, sul rapporto con i beni materiali, sulla liturgia e la preghiera. Fra le estemporanee la proiezione del film “L'ultima cima” sulla vita del sacerdote spagnolo Pablo Dominguez Prieto ed una visita al Muse che ha fatto da preambolo con le sue molteplici e spettacolari varianti naturalistiche alla giornata di aggiornamento teologico-morale-pastorale sul tema del “fine vita” e del “testamento biologico” con ben cinque relatori: Loreta Rocchetti, medico di famiglia, bioeticista e coordinatrice della Commissione di Bioetica dell'Ordine dei medici di Trento, ha parlato di natura e accertamento della morte biologica, di medicalizzazione della morte e di impegno di cura, nonché di accanimento terapeutico e cure palliative domiciliari e Hospice. Sugli aspetti giuridici del cosiddetto “testamento biologico” in Italia e in Europa si è intrattenuto Andrea Nicolussi, docente di diritto di famiglia alla Cattolica di Milano. Tiziano Civettini, direttore della Scuola diocesana di formazione teologica (Stat) ha illustrato un progetto formativo territoriale, mentre Martin Linter, dello Studio teologico di Bressanone (Stab) ha approfondito l'aspetto teologico-morale del fine vita. Infine don Piero Rattin, delegato diocesano per la Pastorale della salute ha evidenziato le contraddizioni tipiche della cultura attuale in materia di morte di cui si parla il meno possibile in contrasto con il cristianesimo che “affronta l'argomento morte – ha osservato – non perchè è una 'religione funeraria', ma perchè è una fede esperta di umanità”. Per Rattin sarebbe opportuno avvertire chi nella malattia arriva al termine della vita, entrando poi nel merito dei diversi momenti di preghiera nei giorni della morte e dopo la morte, sollecitando ministri straordinari della comunione, ma anche di consolazione.

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