Nella sua prolusione al Consiglio permanente della Cei il cardinale Angelo Bagnasco lunedì 26 gennaio ha invitato a pregare perché il Parlamento riesca ad esprimere la persona “che possa rappresentare con dignità riconosciuta e operosità provata il popolo e la nazione”.

Il presidente dei vescovi italiani ha toccato diversi temi sociali, a cominciare dalla crisi che si ripercuote sulle famiglie italiane e dall'urgenza “che più di tutte oggi s'impone: il lavoro, l'occupazione”. Centrali restano la famiglia e l'educazione. Facendo proprie le parole di Papa Francesco al ritorno dalle Filippine ha denunciato la “colonizzazione ideologica” di gender che vuole capovolgere “l'alfabeto dell'umano” e che aveva fatto evocare al Papa la “gioventù hitleriana” e le imposizioni sui bambini compiute dalle “dittature del secolo scorso”. Da qui l'invito a non cedere alla sfiducia.

“Sì alla libertà d'espressione, no alla libertà di offendere”. Nel mondo sono i cristiani i più perseguitati. Ne muore uno ogni 5 minuti. La libertà religiosa non è garantita nel 60% del pianeta. Forte il richiamo all'educazione giovanile, “così delicata e preziosa” che non ammette ricatti o baratti”, un tema che “vedrà sempre i vescovi in prima linea, come sul fronte della giustizia, dei poveri e dello stato sociale”. E contro la corruzione e il malaffare Bagnasco ha invocato “onestà più fiera, professionalità più convinta, laboriosità più generosa”. Non è solo la politica – ha sostenuto – l'unica via per perseguire il bene comune . “Ci sono anche altre strade ad esempio investire i propri onesti capitali: i denari ci sono, e non pochi, ma gli investimenti sono scarsi”. Guardando all'Europa, considerata non più “il centro del mondo”, Bagnasco ha riconosciuto in essa “una missione universale che la dovrebbe rendere “più fiduciosa e impegnata”, protagonista “di di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede”.